31 dicembre 2006

Non è giusto

Non so cosa ci sia da esultare vedendo una persona barbaramente ammazzata su tutti i canali televisivi, all'alba dell'Annus Domini 2007.
Eppure ci sono state scene vergognose del genere anche in Italia.
Non è giusto, qualsiasi cosa abbia fatto quella persona, o Hitler, Stalin, Mussolini.
Se anche abbia altrettanto ucciso milioni di persone l'averlo ucciso lo ha quasi messo sullo stesso piano delle sue vittime.
Ma il discorso sarebbe troppo lungo.
Il mio cruccio è stato quello di zigzagare tra i canali per evitare che i miei figli potessero vedere quelle scene.
Almeno fino a quando riuscirò a non fare esultare anche loro.

27 dicembre 2006

Più conformisti dei conformisti

Non se ne può più di quelli che a Natale fanno e ricevono regali, incontrano parenti, giocano e mangiano a crepapelle e poi si lamentano perché "tutti gli anni la stessa storia". Ma chi vi obbliga?

Quasi in bianco e nero

Io faccio fatica ad arrivarci, se qualcuno ha modo può chiedere a Guccini perché i suoi concerti continuano ad essere annunciati da quei cartelloni in cui lo si vede immortalato in una foto di trent'anni fa?

A me piace il punk

....perchè non sottoscrive regole, non deve chiedere sconti a nessuno, ti libera l'adrenalina e sono quattro accordi del cazzo.... ma dovrebbero puntarmi un kalashnikov sul grugno per obbligarmi a sentire "io canto" chiunque la canti.
Mi dispiace, l'ho detto, sono un conservatore, legato a vecchi ritmi, non so, questi Gun Club che suonano adesso, per voi tutti non contano niente, in questo momento sono il climax per me...... musica assoluta.
listen to: Gun Club - Fire of Love

24 dicembre 2006

Era meglio Adam

Bono, cantante degli U2, è stato insignito del titolo di baronetto dalla regina del Regno Unito.
A parte il fatto che il nostro Vox (così compare il suo surname) è Irlandese di Dublino e cattolico, speriamo se non altro che abbia visitato e impuzzolentito i bagni di Buckingham Palace così come fece un certo John Lennon.
Però lì il pass andava dato ad Adam Clayton.

22 dicembre 2006

Almeno lì

È morto Piergiorgio Welby.
Spero possa adesso riposare in pace, come desiderava.
E non come altri avrebbero voluto disporre diversamente.
Almeno lì lasciateci soli, cazzo.

DO IT !

La radio è più interessante della televisione.
Lo dicevamo in vari post di qualche tempo fa e anche oggi posso dimostrare questo assunto.
Le notizie viaggiano meglio nelle onde medie e una certa parte dell’etere non sembra interessarsi di altro che del colore delle mutande di Prodi o del blazer di Berlusconi.
Invece ecco: un nutrito coacervo di sessantenni che facevano parte dei gruppi americani più influenti degli anni sessanta, o almeno chi ne è rimasto vivo (Santana, Doors, Grateful Dead tra i tanti) hanno deciso di comune accordo di fare causa ad un sito (non ce l’ho sotto mano per fare il link) che vendeva gadget storici del tempo.
Cioè, in altre parole, biglietti dei concerti, autografi su copie di dischi originali, resti di acido che si dice fosse di Jerry Garcia, bottiglie di Southern Comfort svuotate da Janis Joplin e cappelli appartenuti a Jim Morrison.
Il tutto proveniente dalla collezione personale di Bill Graham, storico manager e organizzatore di concerti morto qualche anno fa.
Che, tra l’altro, non si chiamava neanche così, ma Wolfgang Qualchecosa e da buon ebreo tedesco aveva pensato bene di cambiare nome.
I suddetti superstiti reclamano a gran voce che vengano applicati i diritti d’autore anche su questi beni che stupidamente hanno lasciato incustoditi.
Ma, si sa, all’epoca erano distratti.
Ora, una volta tanto, all’informazione di questa notizia penso non sia necessaria un’opinione.
È già bellissima così.

21 dicembre 2006

Adesso ...diche una poesia

Il sole è fermo in mezzo,
Il rigido s'affloscia,
L'austero si sganascia,
S'ingegna e si dimena
La bella in nero sera
Battute da chi humor
Non sa che cosa sia
E ronzan come mosche
Nei pressi del mazziere
In prenotate schiere
E' Natale,
C'è la cena aziendale

20 dicembre 2006

La tentazione della conversione

Può succedere di tutto.
Può succedere che un’icona del punk rock anni 80 che cantava “spara yuri spara” (dove lo yuri era Andropov) adesso duetti con ben altri suonatori.
Parlo di Giovanni Lindo Ferretti, già voce dei CCCP, CSI, PRG, che oggi dichiara la sua duplice conversione al cattolicesimo e al berlusconismo.
E lo fa dal pulpito di Ferrara che, raggiante, lo elegge a musa dei Teocon.
Si sa, il buon Lindo aveva giocato spesso con la religione, ma alla fine chi scherza con il fuoco finisce per scottarsi.
Il nostro, che mai aveva avuto contatti con cresime, comunioni ed encicliche in gioventù, nella maturità scopre che “l’ora della tentazione” è arrivata.
Non per fare il solito conservatore, ma chi come me si è sciroppato una bella infanzia cattolica si è anche fortunatamente vaccinato da crisi mistiche presenili.
Sic transit punk mundi.

19 dicembre 2006

Linux-ibidine #1

Mutuo in parte il titolo del post, dalla rubrica tenuta dal nostro Madam (spero non me ne abbia ) per iniziare anch'io una "rubrica", diciamo un 'appuntamento piu o meno regolare per parlare di Linux ed informatica in genere.


Linux quindi é un sistema operativo come Windows o Apple con i suoi applicativi per l'ufficio, la grafica, internet (molte distribuzioni usano firefox come browser predefinito e thunderbird come client di posta elettronica) le applicazioni multimediali ed anche i giochi, e tutto questo si può avere GRATIS, si avete capito bene ad uso e consumo gratuito!! Questo perché Linux é sviluppato e programmato tramite Unix che é un sistema senza copyright mentre Windows per esempio é sviluppato in Dos, che é proprietario di Bill Gates (come Windows del resto). Questo comporta l'accesso a tutti dei codici sorgente del sisteme operativo, modificandolo a piacimento e magari condividerlo con gli altri utenti.


Il motivo per cui nessuno abbia mai tentato di tirarci su qualche soldo con Linux, secondo me risale proprio nello spirito dell'utente e sopratutto dello sviluppatore "Linusiano", sviluppatori che con grossi sacrifici e tanta passione, riescono a sviluppare una "distribuzione" completa che ormai possono competere tranquillamente sia con windows che con Mac.


Distribuzione perche Linux non è un sistema unico, ma tante "distro" una diversa dall'altra, perché ogni sviluppatore ovviamente ci mette del suo, ma ne riparleremo al prossimo post.

LINUX

18 dicembre 2006

La vita è una cosa meravigliosa

Può succedere che in un giorno festivo di punto in bianco il computer smetta di funzionare per cause a te sconosciute; può succedere che mentre lo porti dal tecnico di fiducia la mattina successiva, nella bolgia del traffico e con il telefonino che squilla con frequenza tachicardica, la temperatura dell'acqua della macchina salga al massimo livello e appaia una scritta che dice "stop temperatura alta"; e può succedere che non riesci neanche a condensare l'accaduto in una parola sola perché no, tu alla sfiga non ci credi.

15 dicembre 2006

Aspettative

Al di là dei limiti della coalizione di maggioranza su cui non mi soffermo nuovamente, credo che l'esperienza depressiva da cui l'Italia è uscita dopo gli ultimi cinque anni di governo aveva fatto concentrare aspettative così ampie sui successori che oggi per loro è quasi impossibile non deludere.

14 dicembre 2006

Lo confesso

Mi piace "Io canto" rifatta da Laura Pausini.

Basta lamentarsi

Vabbè, lo faccio. Io scrivo un pippone politico e chi si imbatte in questa pagina è libero di saltarlo a pie' pari, chiaro. Il fatto è che questo bersagliare il governo da destra e da sinistra nelle loro varie sfumature mi sorprende un po' e la reazione mi viene spontanea. Certo, a palazzo Chigi e dintorni non stanno facendo niente di fondamentale ma perché stupirsene? Ci avevano forse chiesto di votarli perché avrebbero allargato l'accesso agli asili nido senza chiedere in cambio cifre ai limiti dell'usura? O perché avrebbero agevolato in qualche modo l'acquisto della prima casa? O perché avrebbero investito massicciamente e prioritariamente in ricerca in modo da cogliere due obiettivi in uno: prevenire la fuga di cervelli e mettere il paese al passo coi tempi? O perché avrebbero intrapreso una rigorosa politica di incentivi e innovazione in trasporti, consumi ed energia in maniera da rendere più soffice l'impatto del nostro vivere quotidiano sull'ambiente? O perché, aldilà di generiche dichiarazioni di principio, avrebbero tentato con azioni sul campo di assottigliare la fetta di discriminazione quotidiana nei confronti delle donne (cosa peraltro assai difficile, che imporrebbe anche una funzione pedagogica che un governo può darsi solo in parte)? O, ancora, ci hanno forse esplicitamente chiesto il voto perché situazioni che spesso varcano il limite della violazione dei diritti dell'uomo come quelle in cui si trovano tanti immigrati venissero stanate e perseguiti i responsabili? No. Tutte queste cose e altre su cui non mi dilungo non ce le ha promesse nessuno. Sono frutto dell'immaginazione - certo, magari ispirata da questa o quella dichiarazione di chissà quale leader politico - di chi ha messo nell'urna schede con la croce sopra il logo di uno dei partiti dell'Unione. Loro, i leader che abbiamo votato e in particolare quello che era destinato a palazzo Chigi ci promettevano un giorno sì e l'altro pure moderazione, tranquillità e un po' di benessere in più. Ma soprattutto ci dicevano che ci avrebbero liberati da quelli che stavano al potere dopo aver vinto le elezioni promettendo la rivoluzione liberale e messo in piedi il governo dei privilegi e degli affari loro. E questo l'hanno fatto, grazie a noi che li abbiamo votati. Poi hanno tentato loro di mettere in piedi un governo e hanno cominciato a fare anche qualcosa di buono in campo di politica estera, di segnali di lotta all'evasione fiscale e di barlumi di aperture su precariato e donne. Ma non si può pretendere troppo. Sono fatti così e sono così impastoiati di politica di palazzo (anche molti di quelli che appaiono più movimentisti e "sociali") che, semplicemente, l'innovazione – tecnologica, sociale, organizzativa - spesso non rientra affatto nei loro orizzonti. Incalziamoli, tentiamo di spremere il meglio da loro. Ma non possiamo pretendere l'impossibile. Noi che peraltro ci si arrangia come si può e siamo per i diritti delle coppie di fatto ma non quelle gay, contro le raccomandazioni ma solo se riguardano i figli degli altri e contro l’evasione fiscale ma finché non abbiamo occasione di sperimentarla.

12 dicembre 2006

Cose che non ti spieghi

Ci sono cose difficili da spiegare razionalmente, una è questa: i risultati del sondaggio sulle coppie di fatto secondo cui la maggioranza degli italiani sarebbe favorevole al riconoscimento di diritti per le coppie non sposate ma solo se queste sono composte da persone di sesso diverso. Ora, se la questione del riconoscimento di diritti per le coppie di fatto si pone, è proprio per quelle composte da individui dello stesso sesso. Un uomo e una donna hanno infatti possibilità di scelta: matrimonio celebrato secondo rito religioso se credenti, unione con rito civile se non credenti ma desiderosi di far discendere conseguenze anche giuridiche dal proprio stare insieme, semplice unione - di fatto, appunto - dalla quale non discende conseguenza giuridica alcuna. Coloro che se volessero beneficiare di qualche norma non hanno possibilità di scelta, sono le coppie lesbiche e gay che né in chiesa né in comune possono veder sancita giuridicamente la propria unione e altro non possono essere se non di fatto. Prevedere un riconoscimento per le coppie di fatto eterosessuali e proibirlo per quelle omosessuali è come aumentare la fornitura a chi ha già acqua in abbondanza e voltarsi dall'altra parte di fronte a chi muore di sete.
Repubblica

Retrospettive

Gli U2 secondo Bertoncelli. Giudizio sostanzialmente condivisibile, tranne per il fatto che nella categoria "da avere assolutamente" io metterei tutta la produzione da "Boy" a "The Joshua Tree" incluso.
Repubblica

Un po' d'ordine

Allora, le cose più o meno sono andate così: qualcuno, ieri sera, entra in una casa, uccide quattro persone, tra cui un bambino di due anni, appicca il fuoco e scappa. Gli inquirenti non hanno dubbi, l'autore del macello è un tunisino di 25 anni, padre del bambino ucciso e marito di una delle persone massacrate: è uscito dal carcere grazie all'indulto. Seguono commenti indignati e interviste al ministro di Giustizia, il quale a sua volta sente l'esigenza di difendersi scaricando quella che evidentemente per lui è una responsabilità su tutto il Parlamento che ha approvato l'indulto. La mattina dopo, oggi, il presunto omicida alle cui calcagna sono stati sguinzagliati gli uomini in divisa di mezza Lombardia telefona al suocero: si trova in Tunisia, lo confermano i tabulati.
Repubblica, Corriere

11 dicembre 2006

Maledetta vita, maledetta morte

E' purtroppo con molta mestizia che mi ritrovo a digitare un post nel nostro blog, è morto D'Aguanno, il giornalista Mediaset, forse il miglior giornalista sportivo Mediaset e collaboratore di Rete Sport (radio romana che parla ovviamente di solo sport) che ascoltavo quasi tutti i giorni durante i suoi interventi in radio. Oltre alla professionalità, esprimeva quella ironia che pochi giornalisti sportivi e non trasmettono, tanto da farmi dire a me e a chi lo seguiva
è morto uno di noi
e molto impressionante è stata la mole di telefonate e sms alla radio, tanto da mettere in secondo piano il Derby (peraltro perso).
In uno di questi sms si leggeva
se ne vanno sempre i migliori, maledetta vita, maledetta morte, ciao Alberto!

Pinochet

Meravigliosa Lia Celi.
Bendix via Macchianera

10 dicembre 2006

Di lotta e di governo

Qualche topica l'ha presa, ma stavolta è difficile non essere d'accordo con Caruso che ha approfittato dei riflettori che si sarebbero accesi su un parlamentare che si barrica in un luogo inaccettabile e fuori da controlli come sono i Centri di permanenza temporanea per immigrati.
Altrosud

07 dicembre 2006

Nomen omen

Puoi fare l'agente segreto con quel nome? "Il mio nome è Scaramella... Mario Scaramella", ma dai.

Ganasce telematiche

Vivendo nella profonda provincia italiana le news mi arrivano con un ritardo a volte sconfortante.
Così, come per i centri sociali di destra, vi proporrò un argomento probabilmente già sulla bocca di tutti da tempo.
Per me è l'ennesima scoperta.
Si sa, ho saputo, di persone che a fronte della loro attività, penso massiccia, di downloading, hanno ricevuto la visita con tanto di irruzione in casa, della Polizia Postale o della Guardia di Finanza.
Le Operazioni, fortunatamente, sembrano portare solo alla chiusura coatta di ogni tipo di connessione.
Fortunatamente una sega, direbbe qualcun altro, e allora perchè viene prelevato un surplus all'origine sui supporti? (leggi altrimenti tassa su CD e DVD vergini direttamente versata alla SIAE?)

06 dicembre 2006

In ritardo

E' mercoledì, sono in ritardo per dire che, nonostante non sia un suo tifoso, secondo me Marco Travaglio ha ragione da vendere quando dice, come ha fatto domenica sera a "Parla con me", che se un paese sa tutto del pigiama insanguinato della mamma di Cogne e niente dei processi a carico delle sue massime cariche c'è qualcosa che non va?

04 dicembre 2006

Non c'è più

Questo post era nato come commento a questo qui di Adam e mi scuso per la metamorfosi che gli ho imposto, dovuta a esigenze tecniche. Nei commenti infatti non è possibile linkare. Siccome invece di qua c'è tutto quello che avrei voluto dire, mi risparmio la fatica. L'idea di fare un post sulla sinistra antiberlusconiana anche quando Berlusconi non governa più a dire il vero ce l'avevo da tempo, così ho anche un po' approfittato dell'occasione fornita da Adam. Che magari non ha la tessera degli "antiberlusconianiani anche quando Berlusconi non c'è più", ma mi ha dato lo spunto.
il manifesto

Pre

Ognuno ha i suoi codici di interpretazione delle cose, che spesso lo fanno cadere vittima di giudizi confezionati prima di saggiare il terreno. Io per esempio, quando stamattina ho letto in prima pagina Alberti: "Ecco perché amo la mia Umbria", ho pensato a Gigio, l'attore di tanti film di Salvatores, non a Barbara, ricordata dai più (me compreso) come amica di Sgarbi, alla quale era invece dedicata l'intervista.

Ma come è bella la città

Per chi non lo sapesse, esistono i centri sociali di destra.
Me ne sono accorto perchè ce n'è uno nella mia città.
Il fatto ancora più incredibile è che il posto era la sede di un bel locale in cui si tenevano concerti rock, jazz e punk che faceva da punto di riferimento per l'antagonismo cittadino.
Da un po di tempo nelle medesime mura si fanno convegni sulla figura del gerarca Pavolini, sulle rivisitazioni della strage di Bologna, su altre cose che il mio cervello ha preventivamente rimosso.
E poi anche musica, rigorosamente celtica (non certo quello dei Pogues).
Mi rifiuto di linkare la prova dell'esistenza sul web di tale org. e spero di essere creduto sulla parola.
Purtroppo è tutto vero.
Ma come è bella la città, direbbe Gaber.

02 dicembre 2006

Segni

Stavo guardando il TG della notte e, tra le altre notizie, mi è comparso Berlusconi che rassicurava il suo popolo riguardo le sue condizioni e altri bla bla bla.
Più che alle parole ho fatto caso all’abbigliamento del N.S. e in particolare a uno sbarazzino cappellino da baseball (rigorosamente azzurro).
Il N.S. non è nuovo a vestire questi panni: ricordo la bandana bianca con completo hippy in tinta e la felpa azzurra di molti comunicati televisivi.
Mi è venuta così in mente una considerazione semiologica molto elementare: uno che sta lì e che si veste così pubblicamente vuole dare dei segni ben precisi: sono uno come voi.
Peccato che il N.S. abbia ormai 70 anni. E non credo gradisca più di tanto bandane e altri ammennicoli.
Vuoi vedere che una parte significativa del consenso mediatico elettorale del N.S. è dovuto a questo?
Il vestito non fa il monaco, ma il monaco, con i vestiti giusti, fa immedesimare molti adepti.
E, restando ai segni, cosa vi ispirerebbe Prodi più che il gioviale salumiere sotto casa in giacca e cravatta?

Pubblicità progresso

Girando per gli ospedali mi ha colpito una propaganda perfettamente mediatica cioè: solo queste parole senza altro commento:

OSPEDALE SENZA FUMO: FORSE SI PUO’.

Oltre che perfettamente condivisibile il volantino mi ha fatto venire in mente uno slogan simile, da appendere sui corridoi sterminati delle sedi delle varie organizzazioni tipo Nazioni Unite, Unicef, F.A.O., Banca Mondiale, Pentagono, 10 downing st., Eliseo, palazzo Chigi e oltre:

MONDO SENZA RELIGIONI: FORSE SI PUO’.

È chiaro che nutro maggiore ottimismo sulla riuscita della prima pubblicità, nonostante io continui a fumare imperterrito le mie venti sigarette giornaliere.

01 dicembre 2006

Hotel

Dalle scorrazzate in moto di Keith Moon lungo i corridoi del Continental Hyatt (Riot) House al sobrio decoro del K-West hotel. Cambia il rock, cambiano gli alberghi delle rockstar.
Guardian

30 novembre 2006

Nessuno

Mi sta capitando sempre più spesso di notare per strada cartelloni di annunci di comparsate in discoteca di gente con nomi che non conosco corredati con foto di facce che a me non ricordano nessuno. Così, stavo per scrivere un post che ritenevo spiritoso sulla democratizzazione delle comparsate in discoteca, che fino a qualche tempo fa erano solo appannaggio di ex stelle impolverate della tv tipo, che so, Gigi Sabani, e che oggi si sono aperte invece a Cristiano Angelucci, l'ultimo in cui mi sono imbattutto oggi pomeriggio mentre ero in macchina con mia moglie. "Ma chi è 'sta gente qui", ho chiesto indicando il cartellone. "Boh", è stata la prima parte della risposta alla quale sono seguiti 4-5 secondi di silenzio e "...vuoi vedere che sono quelli di Uomini e donne?". A me "Uomini e donne" rimanda solo una cosa: Maria De Filippi, conduttrice alla vista della quale salto canale una volta oltrepassata la mia bassa soglia di tolleranza visiva e uditiva ai suoi programmi, variabile dagli 0 ai 120 secondi. Ma questi sono dettagli. La sostanza è che l'idea del post spiritoso sulla democratizzazione delle comparsate in discoteca s'è dissolta nel tempo necessario a mia moglie di dare quella risposta. In quel momento ho scoperto che i Cristiani Angelucci sono assai popolari (ho cercato su Google: c'è anche un fan club o roba del genere) e che le comparsate in discoteca, quindi, non sono affatto appannaggio di personaggi minori.
Dopo aver constatato di essere così fuori ho provato una inedita sensazione che ha mescolato orgoglio e depressione.

29 novembre 2006

Attimi

Il mio sarà pure un chiodo fisso. Entrata dell'ufficio postale chiusa, l'impiegato mi guarda da dentro, fa no con la testa e mi indica l'orologio. Dal microfono sento la sua voce che mi dice: "E' chiuso". Guardo il cartello sulla porta, c'è scritto: orario lunedì-venerdì 8,30-13,30. Guardo nuovamente all'interno, l'orologio dell'ufficio, non il mio, segna le 13,30.

Come Jim Morrison

Massimo Gramellini sullo "svenimento perfetto" di Berlusconi.
La Stampa

Internet alla cinese

Ieri, curiosamente, mentre La Stampa pubblicava questa intervista al ministro Fioroni inondata di critiche (qui un compendio delle critiche), Liliana Cardile informava delle peripezie dei navigatori cinesi.
La Stampa, wittgenstein, Internazionale

Ci vediamo da Mario, prima o poi

I dieci migliori bar del mondo secondo il Guardian, da Parigi a Ho Chi Minh City. Oh, ce ne fosse uno italiano.
Guardian

28 novembre 2006

L'evoluzione della specie

"Non è il più grosso che sopravvive ma quello che si adatta meglio ai cambiamenti": un articolo che a partire dalla chiusura del colosso dei negozi di dischi Tower records, ragiona sulla vendita di musica al tempo dell'mp3.
The Nation

Nuove frontiere

Navigando sul sito dell'inglese Guardian è comparsa sullo schermo una pubblicità in lingua italiana. Non so perché ma mi è rivenuta in mente la scena di Minority report in cui Tom Cruise entra nel negozio, il lettore ottico legge il codice delle sue pupille, lo associa ad un acquisto fatto dal possessore di quelle pupille tempo addietro e fa scattare la pubblicità personalizzata della voce computerizzata che chiede: "Salve, hai ancora quel maglione..."

Musica e pubblicità

Un archivio con le canzoni utilizzate per le pubblicità televisive in Gran Bretagna e una disquisizione sul rapporto tra canzoni e spot la cui tesi è che lo sputtanamento di un artista, di un gruppo o di un prodotto nel momento in cui uniscono i loro destini dipende da una serie di concause: che canzone è, che prodotto è, com'è lo spot, eccetera. Insomma, sostiene l'autore, la birra è un conto, una banca è un altro. Ho il timore che se uno va un po' a fondo della questione, birra e banca si equivalgono. E' vero però che in genere, a pelle, è più accettato che la musica che si ama faccia da tappeto a uno spot di bevanda che a uno di conti correnti.
commercialbreaksandbeats.co.uk, Guardian

26 novembre 2006

Presidente

Ieri ha scelto il treno per andare in visita a Napoli, oggi ha detto che si augura che si conservi la capacità di indignarsi (ripeto: indignarsi) di fronte a una persona che muore per lavorare. Come tutti i giudizi umani, anche quello che sto per dare non ha alcunché di definitivo e lascerà il tempo che avrà trovato, ma lo formulo lo stesso: non avrei mai sospettato di vedere così bene Giorgio Napolitano nel ruolo di presidente della Repubblica.

24 novembre 2006

Rediviva

Il cofanetto delle John Peel session di PJ Harvey meriterebbe l'acquisto anche solo per questa canzone qui.
Kataweb musica

Scova l'intruso

Titolo sul blog della redazione di Kataweb musica: Beatles, Ferro, Waits.
Kataweb musica

Eredità

All'asta le cose che furono di Syd Barrett.
Guardian

Standing in the shower, thinking

L'altro giorno fluttuavo in libreria. Alla fine, tra gli altri, ho comprato anche questo libro, che peraltro cercavo. A distanza di un paio di giorni dall'acquisto mi sono trovato a riflettere su come la generazione che era adolescente negli anni Ottanta stia inondando la produzione libraria di racconti e romanzi su quel periodo e ho concluso che questo è un altro dei sintomi del suo invecchiamento.
scrittomisto.it
PS: Visto che sulla questione dell'uso indiscriminato dell'inglese ho scritto un post sarcastico, mi piace far conoscere a chi non lo sapesse che il titolo in inglese che sta qui sopra è la citazione di una canzone dei Jane's Addiction, la cui traduzione suona così: "Pensando sotto la doccia". L'ho utilizzata perché la riflessione di cui sopra mi è scappata proprio sotto la doccia.

Genio o sregolatezza

Sono vagamente interdetto: ho appena sentito a W Radio 2 l'orchestra che suona dal vivo per Fiorello che ha fuso Another brick in the wall e Besame di Gigi D'Alessio.

23 novembre 2006

Senza parole

Voglio farvi partecipi di uno scambio di parole, tra un educatore e un’educanda.
Per quello che vale.

ma tu fumi le lucky strike come Vasco?
sì, ma le mie sono morbide
solo Vasco fuma le Lucky Strike
sì, ma lui fuma quelle dure, queste hanno il 10% di tabacco barley in più
cazzate, tu vuoi comunque assomigliare a Vasco

Senza parole, direbbe quest'ultimo.

In onda

La radio in rete di David Navarro. Il martedì e il giovedì dalle 19 alle 21 (ora di Los Angeles) si esibisce dal vivo da casa sua.
Spreadradiolive.com

22 novembre 2006

Vexata quaestio

Do conto, qualora possa interessare a qualcuno, di uno scambio di idee su giornalisti e dintorni al quale mi sono tovato a partecipare scaturito da un articolo di Giuliano Ferrara. Qui il post e i commenti, di qua il riassunto di b. georg, mio dirimpettaio per l'occasione.
Squonk, falso idillio

Normali?

Stavo per scrivere un post in cui mettevo in dubbio l'apocalittica tesi di Domenico Starnone oggi in prima pagina sul manifesto, secondo cui "tutte le manifestazioni che definiamo deviate sono la norma" e che "una deviazione è caso mai chi fa la cosa giusta, la poca gente che continua a battersi ogni giorno in situazioni difficili, anche a rischio della pelle". Stavo per scrivere che di gente che fa onestamente le sue cose e tenta di mettere dritte le cose che stanno storte ce n'è più di quanto si sospetti; che a volte sì, si soccombe ma per necessità, perché non ci si può immolare ogni volta che si nota qualcosa che non va e in alcuni casi conviene risparmiare energie per farle confluire nelle cause che hai più possibilità di vincere; che insomma, il mondo pur in mezzo a tanta altra robaccia, conserva anche cose decenti. Poi l'occhio mi è andato qui, dove ho scoperto che il fare compere è diventata un'ossessione per una sempre maggiore fetta di popolazione. E ho pensato che sì, forse - solo forse, per carità: rifuggo sempre più dalle certezze - Starnone e il titolista del manifesto hanno più di qualche ragione a sostenere che la nostra è una società fondata su una "normale devianza".
il manifesto, Repubblica.it

21 novembre 2006

Vicine lontananze

Due cose, che poi sono una. La prima: un titolo della Stampa di oggi in prima pagina che sottolinea, con foto, il fatto che Clio, la moglie del presidente Napolitano, si è presentata a Ratzinger senza velo in testa. Evidentemente una bizzarria (infatti ricordo che la moglie di Prodi qualche mese fa lo indossò). La seconda: un servizio del Guardian sul chiuso mondo dei mormoni, che sono cristiani e poligami. Velo? Poligami? Ma non erano esclusive islamiche?
La Stampa, Guardian

20 novembre 2006

Abbigliamento

Non vorrei vilipendere e mi scuso preventivamente per la mia eventuale ignoranza; probabilmente nell'abbigliamento del presidente ci sono simbolismi e/o tradizioni che ignoro. Ma la domanda, diceva quello, sorge spontanea: come si è vestito Napolitano per andare da Ratzinger?

Agenda

Fate l'amore non fate la guerra s'era già sentito. Tutti insieme, planetariamente, no. Rimettete gli orologi: il 22 dicembre è il giorno dell'orgasmo globale per la pace.
sfgate.com

Potere alla parola

Una banca dati statunitense con i discorsi più famosi di (quasi) tutti i tempi.
Americanrethoric.com

Due perle

Dall'intervista di Repubblica al comunista italiano Diliberto sui bruciatori di manichini alla manifestazione di Roma segnalo due chicche: "Se fossero stati militanti del mio partito li avrei piegati dalle botte" e "Mah. La storia d'Italia è piena di apparati deviati che si servono della piazza, si intrufolano nella piazza... ". L'uomo è in evidente difficoltà, qualcuno lo induca a fermarsi un giro prima che faccia ulteriore male a sé e ad altri.
Repubblica

19 novembre 2006

Intenzioni

Non so quali fossero le intenzioni e lo stato di lucidità di chi ha bruciato manichini vestiti da soldati e ha urlato il famigerato slogan su Nassiriya alla manifestazione di Roma per la Palestina. So che di tutto si sta parlando e scrivendo da ventiquattr'ore a questa parte tranne che dei problemi dei palestinesi e so che per un certo periodo di tempo chi avanzerà dubbi su missioni all'estero e ruolo dei soldati italiani in zone di guerra verrà aggregato alla schiera degli urlatori di indicibilità. Un po' come quando cammini sul marciapiede mentre piove e il coglione di turno sfrecciando in auto ti copre della melma contenuta nella pozzanghera alla quale per motivi del tutto indipendenti dalla tua volontà ti trovi accanto.

17 novembre 2006

L'inferno, o giù di lì

Zimbabwe, dove la media di vita di una donna è di 34 anni.
Independent

La demolizione di un mito

Meschino nei rapporti umani, culturalmente lacunoso e leader di un gruppo che diceva di ispirarsi alle vette del pensiero, musicale e non, ma partoriva canzonette da easy listening e ha lasciato un'eredità orrenda; morto mentre si masturbava in una vasca da bagno. John Harris descrive il suo Jim Morrison.
Guardian

16 novembre 2006

A proposito di liste

Grazie a Non è niente, quella - chiaramente opinabile - delle quaranta migliori band americane dell'anno su cui voteranno alcuni blogger.
Non è niente, Information Leafblower

Il mondo è vario

Quelli che... sopravvivere si può e quelli che...si armano contro i fantasmi, oh yeah.
Repubblica.it

Dischi e dischi, canzoni e canzoni

Ascoltando musica mentre sfoglicchiavo Playlist: ci sono artisti e brani che si prestano ad essere mescolati con altri, visto che un disco intero non lo reggeresti mai. Ci sono dischi dai quali, a meno che non sei in discoteca, suona vagamente irrispettoso amputare pezzi per inserirli in un contesto che non sia quello in cui l'artista li ha partoriti.

Sopravvivere si può

Ipermercati comunitari a misura umana, pub in cooperativa che autoproducono birra, fattorie di produzione biologica gestite collettivamente. Così in Gran Bretagna alcuni piccoli centri rurali tentano di sopravvivere ricostruendo dopo aver raccattato i calcinacci lasciati alle spalle dalla desertificazione delle campagne. Pare che riescano bene, dando vita addirittura a dei modelli.
Independent

Siate sereni

La replica di Fiorello alle esternazioni in ambito cattolico sulla satira.
Repubblica.it

14 novembre 2006

Do you remember Danimarca?

Ooops, dice il direttore di Avvenire che la satira contro Ratzinger è fondamentalista. Libero di criticare lui, libero di pensare io che la sostanza della critica (ripeto: la sostanza, perché poi i modi sono inequivocabilmente diversi e riconosco che a volte anche i modi sono sostanza) non si discosta molto da quella che gli islamici mossero nei confronti delle celeberrime vignette danesi. Poi c'è lo strano caso del segretario che non vede le trasmissioni ma ci si scaglia contro. Penso che uscite così siano controproducenti e mi domando da cosa sia motivata questa caduta di stile tinta di revanscismo. Poi rifletto: una logica ci sarà. Solo che a me, come non poche altre cose mondane, figuriamoci quelle vaticane, per il momento sfugge.
Repubblica.it

Miope e impotente

Se non con ammirazione o invidia, guardo con curiosità tutti quelli che di fronte al video che avete fatto circolare su internet del ragazzo down che avete calpestato a scuola, si lambiccano il cervello a cercare per voi questa o quella punizione. Perché, a meno che non ci si faccia dominare solo da un desiderio di vendetta con retrogusto pedagogico, e quindi la punizione assuma una natura solo esemplare, cioè sia rivolta al pubblico che assiste e non a voi, non vedo a cosa possiate essere condannati. Ammiro o invidio, insomma, il fatto che chi si cimenta nel cercare punizioni per voi intraveda un cammino di espiazione-recupero-riabilitazione che io - e me ne dolgo davvero poiché credo sia un limite - al momento non riesco a scorgere. Perché penso che se siete arrivati così a 15-16 anni - e siete in buona compagnia, solo che non tutti sono al tempo stesso così risoluti da arrivare ai vostri livelli e ingenui da pubblicare il video delle loro porcate su internet - non è solo questione di immaturità: avete dentro un germe di indifferenza alla sofferenza e al disagio ad altissima impermeabilità che vi porta a sentire la diversità come una colpa e ad agire di conseguenza. E' un germe la cui fecondazione non è avvenuta in vitro ma nel laboratorio che rappresentano tante onorate famiglie come le vostre, con padri e madri rigorosamente eterosessuali e fondate sul sacro vincolo del matrimonio religioso. Un germe che è maturato in un teatro sociale in cui avete imparato che la prepotenza paga. Così come l'hanno imparato gli altri, quelli che si trovavano con voi accidentalmente e che fingevano di non vedere, di sicuro non approvando ma neanche intervenendo, un po' per codardia - impauriti dal vostro incedere, ché fare la fine del down vilipeso non piace a nessuno - un po' perché l'omertà è un valore non solo alle basse latitudini. Ecco, io non saprei come trattarvi: non arrivo alla cattiveria di concepire una punizione solo afflittiva e al tempo stesso il vicolo della vostra riabilitazione mi sembra cieco. Credo che se dipendesse da me sareste abbandonati a voi stessi.
Per fortuna, vostra e mia, le persone di cui siamo contornati non sono tutte né tutte miopi e impotenti come me né col cuore ibernato come voi. Per questo sono grato a chi se la sentirà di impegnarsi per aiutarvi nel duro percorso di fisioterapia cerebrale che vi toccherà affrontare.

10 novembre 2006

La musica al tempo di internet

Sostiene Tom Waits in questa intervista romantico-nostalgica che la musica è rovinata da Internet, iPod e mp3. Premetto che continuo ad ascoltarla quasi del tutto servendomi del "vecchio" cd e a volte addirittura del giurassico vinile, ma il ragionamento mi convince solo a metà. Sì, sono persuaso che l'iPod e l'mp3 portino ad un eccessivo usa e getta. Ma sono convinto anche che attraverso i nuovi supporti la musica è assai più libera di circolare e di arrivare alle persone che poi la consumano nella maniera che preferiscono. Certo, la magia dell'acquisto, la corsa a casa, la scartata dell'involucro e la familiarizzazione con l'oggetto attraverso i ripetuti ascolti - con tutto ciò che ne consegue - ne risultano intaccate ma niente affatto inibite. Il mondo gira, le cose cambiano e tutto sommato - è lo stesso concetto della biodiversità - se ci sono più libertà di circolazione e di ascolto ci sono anche complessivamente più possibilità per tutti. Anche a me piacciono, tanto per fare un esempio, i Sex Pistols e Keith Jarrett, ma mi guardo bene dall'inserire due brani di provenienza così differente uno di seguito all'altro in una playlist. Non riuscirei a trovare niente in contrario però se qualcuno lo facesse.
Detto questo, penso che il 17 prossimo comprerò il triplo del vecchio Tom, correrò a casa, lo scarterò, lo inserirò nel lettore e mi metterò ad ascoltarlo sul divano in compagnia di una bella birra ghiacciata. Forse nel frattempo qualcuno lo avrà scaricato dalla rete e ne avrà spezzettato le tracce mescolandole a quelle di chissà chi altro in una playlist. Il mondo gira. Di continuo.
Repubblica

09 novembre 2006

Libridine #4

Daniele Boccardi
L’appuntamento con una letteratura fuori dalle righe torna a fare la voce grossa contro i bestsellers allineati al sistema editoriale del compralagentefamosachescrive.
Si sa che in Italia vendono libri solo gli analfabeti di successo ( Tralasciando Totti, la progenitura dei vari Zelig e programmi simili, i parenti di politici e starlette più o meno televisive, ex comici oggi intellettuali , ex intellettuali che oggi fanno ridere).
Ci si trova quindi interdetti di fronte ad autori che sono dei perfetti sconosciuti ma che posseggono una scrittura che ti colpisce con l’imprevedibilità di un vaso di fiori che vola inavvertitamente dal terrazzo sulla tua testa.
Niente prosa urlata per carità, né temi particolarmente alla moda, ma storie normali di gente normalissima, a volte forse pure noiosa, cioè senza niente da dire.
La provincia italiana è il teatro in cui si muovono attori ordinari in cui si riconosce una realtà immutabile e claustrofobica, che sembra parlare da sola sotto questo velo di nebbia.
Minimalismo? Epigone di Carver?
Daniele Boccardi è stato pubblicato dopo la sua morte avvenuta per suicidio nel 1993 dall’ editore a me più caro: Marcello Baraghini per Stampa Alternativa.
I testi gli erano stati inviati dal padre e lui, folgorato, ne fece immediatamente un libro.
Si chiama “Vite minime” ed è una raccolta di racconti lunghi e brevi, poesie e aforismi che danno un’idea della produzione dello scrittore toscano.
Chi è avvezzo a Carver può immergersi felice nel pathos dell’ “immobile aspettando che succeda
L’ irreparabile”, dove nulla succede ma tutto può accadere.
Sotto ci sono le storie minime vicine ad ognuno di noi: l’operatore di call center che viene truffato dalla società, la signora di facili costumi che svezza i giovani del quartiere, approcci tra una quarantenne e uno studentello, tra una professoressa e un altro studente.
Tutto finisce in un nulla di fatto. L’inerzia scrive la parola fine.
Questa è una lettura che, non so perché ma credo di essere nel giusto, consiglio a chi era adolescente negli anni ottanta e dintorni, e abbia convissuto con un certo senso di inadeguatezza rispetto a ciò che gli girava intorno.
Traslando il discorso al campo musicale verrebbe voglia di paragonare l’ambiente che scaturisce dalle parole di Boccardi a quelle degli Smiths: sembra esserci sotteso lo stesso climax di voglia di trasgressione e sentimenti di castrazione.
Daniele Boccardi è nato nel 1961 ed è morto nel 1993.
Non è certamente morto per la mancata accettazione di un libro.

Boomerang

Quando si dice parlare in faccia.
Independent

08 novembre 2006

Ma allora è un vizio

Elezioni Usa: Camera ai democratici, Senato in bilico.
Corriere.it

Belli e dannati

Vogliono riesumare la salma di Brian Jones per trovare le prove - perché chi lo propone è sicuro che le cose siano andate così - che è stato ucciso.
Guardian

07 novembre 2006

Oltre il velo

Velo e non solo. Qui si tentano di individuare i problemi delle musulmane in Italia, che sono spesso più rilevanti di quelli affrontati dalle loro connazionali in patria.
Macchianera

Qualcosa s'è mosso

C'è una cosa interessante delle elezioni statunitensi di oggi: è che la guerra in Iraq è stata molto più presente in questa campagna elettorale rispetto alle presidenziali di un paio d'anni fa. Lo diceva il sondaggio che s'era citato qui e lo dice la parola d'ordine finale dei Democratici, secondo cui un voto a loro "rafforzerebbe il cambio di strategia in Iraq". Non so come possa cambiare la strategia in una situazione incancrenita come quella ma mi pare positivo che i milioni di statunitensi al voto abbiano cominciato a prendere coscienza che quella guerra lì è una cosa alla quale vale la pena di interessarsi.
Washington Post

06 novembre 2006

United

Domani si divideranno alle urne ma oggi Democratici e Repubblicani sono uniti nel salutare con soddisfazione la condanna a morte di Saddam Hussein.
Washington Post

04 novembre 2006

Alle Poste

Entro, tolti gli impiegati l'ufficio è completamente vuoto. Mi dirigo verso il primo sportello. Il cassiere finisce di contare una mazzetta di banconote. Solo quando ha finito alza lo sguardo, indica accennando con la testa la macchina distributrice e chiede: "Ha preso il biglietto?".

03 novembre 2006

Che bel sorriso

Gabriele Torsello appena liberato.

Una noia mortale

Berlusconi chiama Petruccioli: "Ad Annozero Santoro non mi ha fatto parlare", sulla questione si spacca il consiglio d'amministrazione della Rai, intervengono Giuliano Urbani, Renato Schifani, la palla rimandata al direttore Cappon, replica Santoro e poi ancora bla bla bla. Che due palle.
Repubblica.it

L'altro lato

Dalla penna di Welsh, Wedding Belles, cioè Trainspotting dieci anni dopo dalla parte delle donne.
Independent

La guerra è finita

"When Luba packed her suitcases to move to Berlin from St Petersburg, her friends and relatives couldn't see the attraction of settling in a country that had once tried to exterminate all its Jews. "My parents didn't want me to come here," says the 55-year-old Jewish woman, who moved to the city with her children 15 years ago". In Germania aumentano gli ebrei, quella guerra lì è davvero finita.
Guardian

Una volta erano le compilation

Da ieri ho tra le mani questo libro, Playlist di Luca Sofri (Rizzoli): 439 pagine per "2556 canzoni di cui non si può fare a meno". A parte che degli Alarm non viene citato quello che potrebbe essere definito il loro pezzo-manifesto, Spirit of '76, e che quel po' di rock italiano dai Novanta in qua è citato solo di striscio, ci sono cose ammirevoli. Almeno due, una di carattere generale: la definitività delle cinque-dieci righe con cui vengono ritratti mostri sacri e seconde linee del pop-rock (poi sulle playlist scelte ognuno può dire la sua); l'altra sentimental-generazionale: ha a che fare col riemergere del tumulto che si provava quando vai a leggere descrizioni di canzoni cicatrizzate sulla pelle che non ascoltavi da lustri.

02 novembre 2006

Che giorno è, che anno è

"Si accendono le luci ed è già Natale". Titolo sul Corriere dell'Umbria, pagina 14, di oggi.

01 novembre 2006

Guarda guarda

Tramite Macchianera sono arrivato a questo sito il cui autore ha scannerizzato la collezione del mai troppo elogiato Cuore.
Macchianera, Unamanolavalaltra.it

31 ottobre 2006

Aiuto

Per (s)ventura sono appena capitato su RaiTre all'ora di Ballarò, che come sottotitoli potrebbe avere "il cugino meno impresentabile di Porta a Porta" o "come far diventare banale anche un programma condotto da un giornalista decente". I galli nel pollaio sono come da copione quattro (due contro due), i nomi, vista la sostanza di quello che stanno propinando al telespettatore, superflui. Il punto è che oltre ai contributi per la stampa di partito, il mezzo più adatto per fare propaganda, si continua a concedere ai rappresentanti politici il meglio del prime time televisivo per diffondere via etere le parole d'ordine delle rispettive scuderie. Tutto legittimo, per carità. Ma due-tre economisti (visto che si parlava di Finanziaria) fuori dalle scuderie per farli discutere dei problemi in campo e offrire un servizio al pubblico, oltre che ai partiti, proprio no, eh? Per fortuna uno è libero di scegliere, a casa per stasera avevamo già noleggiato il cd per rivedere Million dollar hotel.

Chissà che esce

Non è niente appunta che i Pixies tornano in studio.
Non è niente, NME

Una questione speciale

Il rapporto sul clima cui l'Independent dà la prima pagina è di Nicholas Stern, un ex della Banca mondiale. Niente catastrofismi, però né in finanziarie nostrane né in summit mondiali la questione sembra essere affrontata con la serietà che meriterebbe, foss'anche solo per smentirla.
Independent

Piccoli crimini

I rinfrescatori d'aria a corrente e i cibi da cuocere dove "c'è più da buttare che da mangiare"; gli asciugatori per mobili da giardino e l'olio d'oliva che arriva in nave dalla Nuova Zelanda. Quindici piccoli crimini contro il pianeta che testimoniano quanto ogni giorno dissipiamo stupidamente.
Guardian

29 ottobre 2006

Pragmatismo

Sarei contrario per principio ai trattamenti sanitari obbligatori. Però col tempo ho imparato a moderare i toni, ad essere più pragmatico e meno ideologico, a verificare le idee sul campo, caso per caso. Così, di fronte all'intervista di Elisabetta Gardini che spiega di essersi sentita violentata nel vedere Luxuria nel bagno delle donne a Montecitorio, le mie convinzioni di un tempo hanno nuovamente vacillato.
Repubblica

27 ottobre 2006

Pipì

Quasi non aveva ancora messo piede in Parlamento, l'onorevole Barani (Dc-Nuovo Psi), che già aveva prodotto un'interrogazione al presidente della Camera di cui avevamo dato conto qui. Ora il turbamento urlato di Elisabetta Gardini. La questione di dove fa la pipì Luxuria è proprio dirimente per questi pasdaran delle libertà.
Repubblica.it

Standard

Prima fai la manovra al millimetro. Poi scendendo dall'auto ti contorci, pur non essendo neanche un po' sovrappeso, nel tentativo di far passare il tuo corpo nel pertugio consentito dall'apertura dello sportello a contrasto con la carrozzeria della macchina a fianco. Confido nell'imperizia di chi le disegna, perché se dovessero esistere delle misure standard per la distanza tra le strisce bianche dei parcheggi dei supermercati, chi le ha introdotte farebbe bene a cambiare mestiere.

26 ottobre 2006

Their generation

Dicono che il disco uscito dopo 24 anni da ciò che resta degli Who è bello.
Media-trek

E' una questione di qualità

"Una bella doccia calda, scelgo la camicia e un maglione con questo pantalone. Primo appuntamento a cena sto sudando per l'emozione devo essere puntuale... ". E' l'incipit del testo della canzone al primo posto in classifica. Devo essere proprio superato io, che vado ancora dietro a roba tipo "prenditi un mio battito e mischialo coi tuoi". E' una questione di qualità, diceva qualcuno. O forse è solo una formalità.
Kataweb

Stranezze

Io capisco: la globalizzazione, il mondo che cambia, la lingua che è cosa viva ed evolve in moto perpetuo, le contaminazioni e mille altre cose ancora. Ma perché chiedi "Qual è la tua dead line?", quando stai parlando in italiano e potresti domandare, risparmiando anche tre parole: "Che scadenza hai?".

25 ottobre 2006

Intellettuali ante litteram

Da queste parti si dedicano vie a fini intellettuali.
Qui di seguito incollo l'interrogazione parlamentare che ne è scaturita.
Per il resto sono senza parole.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
On. Deiana, On. Folena, On. Smeriglio – Al Ministro dell’interno – per sapere, premesso che:
La giunta comunale del Comune di Rieti ha deliberato di “…modificare la denominazione delle areee di circolazione del Terminillo, al fine di onorare degnamente la personalità che hanno contribuito allo sviluppo turistico della montagna di Roma…”;
in particolare, tra le modifiche decise, vi è quella di trasformare la denominazione di via dei Ginepri in “Via Alessandro Pavolini, intellettuale toscano”;
la delibera di giunta evita però di ricordare come Alessandro Pavolini, sia stato un fascista della prima ora, Ministro della Cultura Popolare (dal 31 ottobre del 1939), uno dei personaggi più influenti della RSI (dopo l’8 settembre 1943), segretario del Pfr (Partito fascista repubblicano), organizzatore e promotore del Manifesto di Verona, fondatore delle brigate nere e molto altro;
il Governo della Repubblica di Salò si è macchiato di terribili eccidi nei confronti della popolazione civile e dei partigiani che combattevano per la libertà, oltre a collaborare attivamente con l’occupante nazista;
la costituzione italiana ripudia ogni forma di violenza razzista e autoritaria e ogni violazione dei diritti dei popoli -;
quali informazioni abbia il Ministro e che giudizio dia della vicenda;
se ci siano e quali siano le disposizioni emanate dal Ministro ai Prefetti (e da questi agli uffici toponomastici dei comuni) relative alla toponomastica e i criteri ispiratori di essi;
se intende farsi promotore di un intervento presso il comune di Rieti al fine di chiarire gli aspetti di criticità della vicenda;
Roma 24/10/2006
On. Elettra Deiana
On. Pietro Folena

Se ne parla

"Da missione compiuta a mission impossible", "La realtà mina le previsioni". Si discute di Iraq sulla stampa inglese e statunitense.
Independent, New York Times

24 ottobre 2006

Il rinculo della repressione

Un docente britannico, Frank Furedi, sul Guardian, prendendo spunto dalla piega repressiva delle linee guida adottate dal governo inglese per combattere l'islamismo radicale, porta argomentazioni per sostenere l'idea secondo cui le teorie islamiste radicali andrebbero combattute nella reciproca libertà di parola e di dibattito. Al di là della tesi, nel pezzo ci sono degli spunti che aiutano a capire un po' delle paure dell'Occidente e di quanto queste paure potrebbero risultare alla lunga dannose. Per esempio, tra le altre cose vi si sostiene che nei campus universitari in mezzo ai simpatizzanti di sinistra disillusi e ai disimpegnati, tra i più attivi nel guardare il mondo e nel farsene un'idea, per poi proporla, ci sono proprio gli attivisti dell'Islam radicale. Ancora, vi si legge che se a prevalere è la linea repressiva, il segnale che si dà è che si ha il timore che certi messaggi dell'Islam radicale possano risultare ai giovani universitari più appetibili di quelli della democrazia laica e secolare. Mi sembra che in fondo in fondo, il motivo dominante del pezzo sia l'invito a ritrovare un senso che l'Occidente, disilluso da un lato e attanagliato da fobie dall'altro, rischia di smarrire. Una perdita che, hai voglia a reprimere, porta a una sconfitta ineluttabile.
Guardian

Forse

Ci sono cose da prendere con le molle, tipo i sondaggi. Questo dice che i democratici sono in vantaggio sui repubblicani per le elezioni di metà mandato. La questione su cui i repubblicani inciamperebbero è la guerra in Iraq.
Washington Post

Bocca tua santa

"Il dibattito sul velo non è una cosa nuova in Europa, se ne è discusso in Francia per decenni e, oserei dire, a livelli un pochino più alti. Dunque i casi sono due: o la cosa è irrilevante e allora la Santanché va benissimo, oppure si tratta di un ampio dibattito culturale. In questo caso meritiamo tutti qualcosa di meno superficiale o, se volete, di meno isterico". Alessandro Robecchi sul manifesto di oggi.
il manifesto

23 ottobre 2006

Riformismo blatcherista

"New Labour's love of money is the root of all our troubles".
Un articolo di Oliver James sul Guardian che stronca il "blatcherismo" criticandolo per la bramosia di denaro che il modello predicato dal nuovo Labour avrebbe introdotto in Gran Bretagna. La tesi è che la bramosia di guadagni e il mancato raggiungimento di certi standard determinerebbe depressioni e malattie mentali di cui, si documenta, gli inglesi soffrono in misura doppia rispetto al resto degli europei, "meno influenzati dal modello americano". "Se Brown vuole avere una chance di vincere le prossime elezioni - dice James - dovrebbe proporre un manifesto che metta al bando il capitalismodell'uomochesifadasé e basarsi su un modello danese". Al di là del fatto che per quanto mi riguarda è eccessivamente semplificante l'idea che tutti i mali derivino da un'unica radice, il pezzo offre spunti interessanti e forse i "riformisti" di casa Italia potrebbero prendere nota del fatto che c'è qualcuno che critica Blair in casa sua perché dietro "il gran parlare di opportunità, scelte e libertà c'è un modello americanizzato e materialistico".
Guardian

Coincidenze

Ieri ho comprato dalle mani di Guido Antonelli Costaggini, l'autore, un libro, Non un passo indietro, la cui dedica suona così: "Non è vero che i morti sono tutti uguali. Quello che hai fatto durante la tua vita e da che parte stavi quando sei morto mi fanno sapere che tipo di morto sei. A mio zio Mario, uomo libero". Oggi in prima pagina sul Messaggero leggo: "La giunta comunale di Rieti ha deciso di dedicare una via ad Alessandro Pavolini, il geraraca fascista diventato ministro della Cultura popolare dal 1939 al 1943 che seguì Mussolini fino alla fine venendo fucilato dai partigiani a Dongo".

20 ottobre 2006

Come un derby

"Attenzione al risveglio dell'Islam". Ruini al convegno di Verona.
Corriere.it

19 ottobre 2006

Benedetto pontefice

Dice Repubblica che "la messa di Benedetto XVI a Verona è stata occasione per una sfilata di politici. Il Papa ha celebrato la funzione di fronte a 40mila cattolici provenienti da tutta Italia. Tra questi appunto il premier Prodi, il presidente del Senato Franco Marini, Berlusconi , Fini e Casini". Lui però, il papa, si era lamentato poco prima davanti ai suoi della nuova ondata di laicismo.
Repubblica.it

Non è solo questione di velo

Un articolo del New York Times sulle scorie del maschilismo in un paese costruito sulla virilità come Israele.
New York Times

Professionisti antiproibizionisti

Mi pare che ci sia un non detto grande come una casa in questa protesta dei "professionisti" contro la finanziaria del governo. Anzi, mi pare tanto che il mirino sia puntato altrove, anche se sembra fisso sulla finanziaria. Perché, sì, ci saranno questioni bizantine che possono stare dentro questo o quel cavillo, certo, ma non tali da motivare una manifestazione di giacche e cravatte che in piazza, al massimo, vanno a prendere l'aperitivo. C'è la riforma delle aliquote irpef, ma riguarda tutti, invece a protestare sono solo i "professionisti". Non c'è spazio per progetti, investimenti, ricerca e innovazione, ma questa è l'ultima delle preoccupazioni dei "professionisti" che protestano.
C'è qualcosa che non quadra, insomma. E' che "professionisti" è termine improprio. Un impiegato alle Poste non è un professionista? E un operaio in fabbrica? Un magazziniere? Un maestro? Un'addetto alle pulizie? Un cameriere? Un ricercatore universitario? Un addetto al marketing assunto con contratto a tempo determinato o a progetto? Non sono professionisti? Eppure non protestano. Dei professionisti - qui sta il punto - protesta solo quella parte che ha una quota di reddito che può rimanere invisibile al fisco la quale, si badi, non è assolutamente messa a repentaglio dalla finanziaria o dalle nuove aliquote irpef ma dalle intenzioni espresse quasi quotidianamente dalla maggioranza di stanare l'evasione fiscale. E' contro questa intenzione che i "professionisti" alzano le barricate. E' per mantenere un privilegio che consenta loro di rimanere tecnicamente dei fuorilegge. Forse sarebbe più corretto chiamarli antiproibizionisti dell'evasione fiscale. Ma si offenderebbero, ché antiproibizionismo sa di droga. E l'evasione fiscale? Cos'è l'evasione fiscale? Loro preferiscono dirsi liberali.
PS: su questa questione e dintorni c'è su Leonardo un post lucidamente cattivo.

18 ottobre 2006

Libere (?)

Grazie all'intervista alla Reuters in cui Prodi si dice sostanzialmente d'accordo con Jack Straw sull'inopportunità del velo, la questione è tornata alla ribalta. Se ne era già parlato anche da queste parti. Ci torno non per entrare nuovamente nel merito di una questione che al di là del velo - che in Italia è davvero cosa marginale - apre a tutta una serie di complessità, ma per sottolineare quanto sopra le donne si tenti di controllare, legiferare, normalizzare. Sarebbe tutto più semplice se il da farsi fosse semplicemente rimesso alle loro libere volontà.

Quando finisce, spegnete la luce

"...some change of body chemistry that happens when you actually make music and a few musicians actually play something together and it's like, 'Shit, that's really good' and you get lost in the moment and everything else is just unimportant". Nick Cave
Wittgenstein segnala un interessante pezzo sull'Observer: Nick Cave e altri discutono su cos'è la musica oggi tra iPod, nuovi consumi, case discografiche, pubblicità; di cosa ne è rimasto del suo potere di fare comunità, del rapporto con il resto della società e di tanto altro ancora. Discorsi in parte accennati anche da queste parti nei post e relativi commenti sulle generazioni musicali.
Wittgenstein, Observer

17 ottobre 2006

Ah, le tasse!

Mentre Bono chiede che l'Irlanda devolva più fondi per gli aiuti al terzo mondo, gli U2 trasferiscono il domicilio fiscale dall'Irlanda all'Olanda per pagare meno tasse, vista la stretta fiscale in vista nel loro paese. Segue dibattito.
International Herald Tribune

L'ultima nota

Un concerto di Patti Smith ha chiuso il CBGB, il locale "dove il punk inventò se stesso". Non è niente indica foto storiche e altro materiale.
New York Times, Non è niente

16 ottobre 2006

Succede anche questo

Sì, lo so, con questo siamo al terzo post sugli ultimi otto dedicato allo stesso argomento e mi riprometto di smettere. Però è tutto vero: "Siamo lieti di invitarla all'incontro sul tema Alimentazione e Cioccolato nelle Forze Armate che si terrà nell'ambito della XIII edizione della manifestazione Eurochocolate".

Kafka alle Poste

Pensavo di aver perso il tagliando di un pagamento di bolletta effettuato alle Poste. Sono tornato allo sportello per richiedere un duplicato o un qualcosa di simile che attestasse l'avvenuto pagamento. L'impiegata mi ha detto che avrei dovuto produrre una richiesta in cui fossero contenuti giorno, ufficio postale e sportello al quale era stato effettuato il versamento. Trascorso un periodo di "almeno due mesi" per fare le opportune verifiche, Poste italiane mi avrebbe risposto non, si badi, con un duplicato della ricevuta, ma con un'attestazione che avrebbe documentato che il giorno x all'ora y allo sportello z era stato effettuato un versamento al conto corrente del beneficiario, senza però che figurasse l'autore del versamento.
Internet? La globalizzazione? Il mondo interconnesso? Questi lavorano come cinquant'anni fa. Per fortuna ho ritrovato il bollettino che pensavo di aver smarrito.

15 ottobre 2006

Ho letto cose che voi umani...

Guarducci dixit: "L'Italia è una Repubblica fondente sul lavoro".
Corriere dell'Umbria, 15/10/2006, pagina 4
Nell'ex chiesa della Misericordia la nursery dove nasce la cazzuola
Nazione Umbria, 15/10/2006, titolo a pagina 3
Legenda: a Perugia è cominciata Eurochocolate. Guarducci ne è l'inventore. La cazzuola è il logo scelto per l'edizione 2006 della manifestazione.

14 ottobre 2006

Per esempio

A proposito di radio e tv. Radio3 sta trasmettendo "La pecora nera" di Ascanio Celestini. Sui canali tv "in chiaro", tra pacchi e amenità varie, la cosa più interessante è Fabio Fazio che intervista Maurizio Costanzo.

13 ottobre 2006

Una bella notizia

Hanno dato il nobel per la Pace a Muhammad Yunus. Forse il suo insegnamento ha una carta in più da giocarsi per diventare modello di sviluppo.

Rock is poetry

"The new poets of popular culture reside in rock'n'roll".
Guardian

12 ottobre 2006

Il materiale

Qui quello che hanno trovato tra il materiale di Anna Politkovskaja. Di qua (in fondo alla pagina) le foto tratte dal filmato rinvenuto pubblicate da Novaya Gazeta con il servizio uscito postumo.
Repubblica.it, Novaya Gazeta

Una civiltà allo sbando

Tutto vero: "Sono xxx, addetto stampa dell'azienda yyy che produce olio d'oliva. Presenteremo trattamenti di bellezza a base di olio e cioccolata nell'ambito di Eurochocolate. Ho appena inviato il comunicato stampa, volevo sapere se può interessare".

Le domande della vita

"E' più indecente un eletto dal popolo che si fuma lo spinello o chi non sa chi è Nelson Mandela?" Norma Rangeri sul manifesto di oggi prendendo spunto dal servizio mandato in onda dalle Iene in alternativa a quello sul test della droga ai parlamentari bloccato dal garante della privacy.
il manifesto

11 ottobre 2006

In manette

Hanno arrestato Tom Morello. E non per le solite cose da rockstar.
Radioluposolitario.it

A proposito di ambiente

Qui c'è un'idea, per esempio. Semplice semplice, al limite della banalità. Ma mai che venga in mente a qualcuno di quelli che contribuiamo a eleggere.

Privacy

Trovo imbarazzante il polverone scatenato dal servizio delle Iene e bloccato dal garante della privacy sui parlamentari che fanno uso di sostanze. Al di là dell'adozione di due pesi diversi per la stessa misura - per cui se ad essere controllati e sbattuti in tv, e/o in galera, sono dei ragazzotti il garante è assai meno solerte - non è bello sapere che con un semplice fazzoletto passato in fronte un estraneo può venire a conoscenza di ciò che tu ha consumato la sera prima, a meno che tu non stia seriamente mettendo a repentaglio la vita di altri, come nel caso in cui si sia al volante. Dice: ma gli italiani hanno diritto di sapere per chi votano. Perché, occorre la prova per capire che, tanto per citarne uno a caso, uno come Calderoli ricorre al doping per diventare come lo si vede in tv?

Scusate se insisto

David Edgar sul Guardian di oggi affronta la questione del velo in risposta a un articolo di Jack Straw (di cui qui grazie a Wittgenstein c'è la traduzione in italiano) che aveva posto "la questione". In sostanza, dice Edgar, occorre essere tolleranti anche con cose che per noi sono impraticabili, come il velo, appunto (non che Straw si sia dimostrato intollerante, peraltro). Ecco, questo rappresenta un approccio laico al problema della mescolanza di identità e culture. Insomma - anche con riferimento al post che precede questo - si può essere al tempo stesso per una scuola pubblica aconfessionale e aperta a tutti e per la difesa del diritto di vestirsi come meglio si crede, anche col velo. Si può tentare, e riuscire, di mantenersi lontani dai fondamentalismi e combatterli affermando la civiltà. Laicamente, appunto.
Guardian, Wittgenstein

Anno quinto

"Allora il problema vero qual è? Che siamo appena all'anno quinto dopo l'11 settembre, cioè all'anno zero della nostra decantata ragione". Luca Fazio sul manifesto di oggi
Concordo in pieno e mi permetto di aggiungere che il fatto che pii religiosi siano ferocemente contro una scuola religiosa (stiamo parlando di quella islamica di Milano, ma il caso ha valenza generale) e laici integerrimi che hanno fatto della scuola pubblica una bandiera scrivano in prima pagina per difenderla, la scuola religiosa (come è successo sul manifesto di oggi), è uno dei tanti sintomi dell'anno quinto. La battaglia del centrodestra contro la scuola islamica di Milano e contro qualsiasi cosa sospetta di fede islamica è deprecabile. Ma non si può non notare che in questo "scontro di civilità" settori della sinistra laica appaiono teneri con i musulmani come mai lo sono stati con i cattolici. E' l'anno quinto della desertificazione della ragione, appunto: le vulnerabilissime identità messe a soqquadro dai rivolgimenti si scontrano l'una contro l'altra come atomi incandescenti; le religioni diventano feticci ai quali ci si aggrappa per colmare vuoti e i laici non trovano di meglio che cedere al riflesso condizionato di prendere partito con gli avversari degli avversari di una vita.
il manifesto

09 ottobre 2006

Post skype

Camillo segnala MyBlueZebra.com. Come Skype, telefoni attraverso il computer e abbatti i costi, solo che invece del computer usi il telefono (cellulare o fisso). Ho fatto i conti al volo, e quindi sono passibili di errore, ma se non sbaglio il costo della tariffa Italia su Italia è di 2 centesimi al minuto.
Camillo, MyBlueZebra.com

Once more

Fans, non disperate. C'è sempre una seconda volta.
Non è niente, Independent

Inside Police

Stewart Copeland ha girato un film sui Police che sta uscendo ora. Kataweb gli ha fatto questa video-intervista qui.
Kataweb

I politici parlino di immondizia

Un articolo del Guardian che, come in quest'altro caso, dà ampio rilievo a cose da noi ritenute roba da rompiballe.
Guardian

La globalizzazione in casa

Stamattina allacciavo le scarpe di mia figlia e sotto la linguetta ho notato la scritta "made in China". Ho pensato nell'ordine: A) Azz' l'ennesima cosa che mi ritrovo in mano e che non sarebbe dovuta entrare in casa; B) A quanto il lodevolissimo movimento del commercio equo e solidale debba ancora camminare per affermarsi nella vendita di prodotti di largo consumo e di uso comune e a quali praterie per svilupparsi il movimento stesso abbia a disposizione, visto il deserto dei loghi in materia di eticità. C) Alle organizzazioni mondiali che regolano il commercio che non riescono a regolare la questione del lavoro minorile e della soglia minima di dignità del lavoro; D) Al fatto che però non si possono mettere barriere rigide, che il lavoro minorile va visto in una prospettiva storica e che anche in occidente fino a qualche decennio fa, e in alcuni casi ancora oggi, i piccoli danno una mano all'economia domestica e che occorre vedere se ci sono casi patenti di sfruttamento e semmai colpire quelli.
Poi ho incrociato gli occhi di mia figlia. E mi sono vergognato di quello che avevo pensato al punto D.
Altromercato, Commercio alternativo, Fair trade

Tu chiamale, se vuoi

A 48 ore dall'evento, dopo attenta e ponderata riflessione, mi pare di poter dire che il battesimo - o pre-battesimo - del Partito democratico ha suscitato una temperie di emozioni pari solo a quella che un concerto di Gatto Panceri può far provare.

08 ottobre 2006

Ciao, Anna

Senza parole.
Macchianera

Questi sì che sono problemi

Il Vaticano nel limbo.
Reuters

07 ottobre 2006

Invasioni barbariche

Fantastico.
Macchianera

Botteghe oscure

Grazie a Cuore.

Il nuovo che (è) avanza(to)

"In un zig-zag corsaro, il divoratore di news, cinema, musica, tv ha bypassato il mercato tradizionale dei giornali e dell'entertainment, è sfuggito ai target e frantumato l'ascolto. Internet non è un nuovo medium, ma lo spazio e il simbolo di una aggregazione modulare che inanella e intreccia individui con individui, culture con culture, e scarta la grande platea manovrabile". Mariuccia Ciotta sul manifesto di oggi.
il manifesto

Com'è profondo il mare

"Se il momento storico non fosse tragico, si potrebbe dire che non tutti i mali vengono per nuocere. Bisogna infatti constatare, scrive Eleftherotypìa, che le più famose località turistiche della Grecia guardano con interesse agli effetti collaterali delle bombe israeliane in Libano".
Il resto qui.
Internazionale, Eleftherotypìa

Il disgusto che monta

Non è una bella impressione ma purtroppo non è neanche un’impressione peregrina.
La politica, quella nazionale ma anche internazionale comincia a interessarmi sempre meno.
Non so quando è iniziato il processo ma le conseguenze me le trovo qui davanti agli occhi: fino a qualche anno fa compravo il giornale ogni giorno, bevevo le news dei vari tg, mi ritenevo un politicante in pectore, almeno nei discorsi.
Oggi compro solo libri tascabili, bevo solo vino (e qualche volta Blob), e anche se sono consigliere comunale faccio discorsi da perfetto anarchico.
Il fatto è che ci vuole una grande volontà ad appassionarsi ai temi fondamentali della politica odierna:
- la guerra (soprattutto tra Islam e Occidente Cristiano): non basta condannarla tout court, la guerra è l’argomento che ha arrovellato i più grandi cervelli nello sforzo di giustificarla. Non serve che tutte le religioni, gli stati e le loro costituzioni abbiano scritto grosso COSI’ che è un errore. L’errore va reiterato. E la guerra, oltre che un vizio atavico dell’(in)umanità è sempre un buon affare, almeno per i soliti noti.
- Il sistema politico dell’alternanza maggioritaria italiana: una marmellata così indigesta non me l’aspettavo neanche dopo il C.A.F. Vedere Rutelli tubare con il Vaticano mi provoca conati di vomito, vedere Prodi dibattersi come un pesce nella rete dell’affaire Telekom mi ricorda che non ne sa niente di quello che gli gira intorno, scoprire che la Coop è il supermercato più costoso del circondario mi fa bestemmiare ma anche disertare, vedere Bertinotti placidamente assiso sulla terza poltrona dello stato mi convince della sua istituzionalizzazione e, last but not least, il Baffetto che guida la Farnesina come se fosse la sua cazzo di barca. Per tacer delle proposte medioevali Berlusconiane ( la prossima? La “decima”).
- La scuola, l’Università, la Ricerca: i miei genitori non mi perdoneranno mai di aver finito il mio corso di studi senza aver dato la tesi che certificherebbe la mia laurea. Io l’ho fatto di proposito, come rigurgito anarchico contro l’insipienza formativa dell’università italiana.
C’era poco da fare: avevo perso ogni interesse per la faccenda e non so se il mio è una sorta di record al contrario. D’altronde ho davanti agli occhi come funziona ai giorni nostri il sistema formativo italiano: nessun controllo di qualità sull’insegnamento, programmi centralizzati e imposti dall’alto, nessun aiuto a quegli insegnanti che vorrebbero migliorarsi e aggiornarsi.
- La televisione: ne abbiamo già parlato esprimendo la più ampia preferenza alla radio.
Ma non basta, almeno per la maggioranza silenziosa. Sarebbe necessario, come già in altri paesi più civili, creare un canale statale esclusivamente culturale (vedi il Giappone), poiché la penetrazione della carta stampata (con buona pace di Wizzo) è assolutamente trascurabile.

Si potrebbe continuare, ma preferisco fermarmi qua.

06 ottobre 2006

Radio

Wittgenstein si autoelogia per la radio e ne ha più di qualche ragione. Nei giorni in cui si aprono buchi dovuti allo sciopero dei giornalisti però, anche nella programmazione musicale di Radiorai si riesce ad ascoltare qualcosa di accettabile. Coraggio.
Wittgenstein

Che tocca fa' pe' campa'

Foto e didascalia dicono tutto e stanno qui.
Ps: piccolo risarcimento, mentre leggevo la notizia radio wittgenstein rullava una dietro l'altra "Purple haze" e "The Queen is dead".
El mundo.es, Wittgenstein

05 ottobre 2006

Fatiche

Questa fa il paio con quella di qualche giorno fa.
Akille, Non è niente

E' ancora ieri

In Afghanistan le truppe della Nato prendono il posto di quelle dell'Onu. Non è del tutto irrilevante che il colore del casco in testa ai soldati sia diverso dal blu.
Bbc

E' già domani

Cina e India incrementano l'import-export con l'Africa e apparecchiano il futuro. Europa e Italia - che l'Africa ce l'abbiamo in alcuni casi a portata d'occhio se il cielo è sereno e ci dotiamo di un buon binocolo - sfruttano e nei casi migliori assistono e cooperano grazie a suore, preti e uomini e donne di buona volontà. Muscoli troppo impegnati in altre zone per trovare energie per il cervello e farlo pensare a un rapporto un po' più sano e produttivo.
Bbc

La terra vista dalla luna

Oops... un articolo sul giornalismo italiano scritto da una danese.
Internazionale.it

War on terror

Dice che hanno ammazzato Abu Hamza al-Muahjir, il successore di Al Zarqawi.
Bbc

Le mani nel piatto

"The Soil Association confirmed yesterday there was intensive lobbying from supermarkets to drop standards".
Supermarket e industrie convenzionali all'attacco dei produttori di biologico per abbassare gli standard. Forse la cosa interessante non sta tanto nella citazione sopra ma in questa: "Supermarkets are putting pressure on organic food watchdogs to lower standards so they can fully exploit a billion-pound industry which is growing by 30% a year". Ma forse la notizia è un'altra ancora: il Guardian di oggi ci fa la prima pagina. In Italia, se va bene, una cosa del genere la trovi in una breve a fondo pagina, prima vengono Mastella, Di Pietro, Diliberto, Bossi, Fini....
Guardian

04 ottobre 2006

Qualcosa di buono

"Se dipendesse da me, sarei sempre verde, incompleto e sperimentale". G. Freye
Ne parlo colpevolmente solo adesso che è finito ma a quanto pare gli organizzatori di Esterni non hanno avuto bisogno della pubblicità di un blog di periferia. Solo per dire che mi fa piacere per loro, che tenaci come pochi non si sono fatti inghiottire dalla palude che può attanagliarti in provincia, né sono fuggiti. Anzi. Hanno inventato un festival della creazione contemporanea che oltre ad essere qualitativamente di primo livello ha riscosso un ottimo successo. Osare si può e a volte si riesce.

Nuovi arrivi


C'è la possibilità di rinnovare il guardaroba musicale in vista dell'autunno, il 13 ottobre esce S-low dei Marlene Kuntz. Da quello che hanno proposto il primo maggio a Roma penso meriti l'acquisto a scatola chiusa (sono i pezzi storici suonati con la stessa intensità a una velocità da quarantenni: struggenti).
Myspace.com

E' la privatizzazione del trasporto, bellezza

"After 20 years of decline under bus deregulation, there's a groundswell of opinion in the major regional cities that enough is enough".
Le condizioni delle strade delle città inglesi a venti anni dalla deregulation che ha aperto i trasporti pubblici ai privati. Il pezzo mostra perché anche per gestire traffico e trasporti servono cervelli, tecnica e pianificazione, quella buona.
Guardian.co

Una parola buona

L'altra sera mi è capitato di sintonizzarmi su non ricordo quale canale della Rai che stava trasmettendo la fiction su Giovanni Falcone. In un dialogo tra Massimo Dapporto-Giovanni Falcone ed Elena Sofia Ricci-Francesca Morvillo gli autori fanno dire all'attore che interpreta il giudice che è stata accolta la richiesta di trasferimento a Roma inoltrata dalla moglie e che "il ministro ci ha messo una parola buona". Non so quanto sarà stato contento Claudio Martelli, il ministro. Di Falcone, anche a volerlo, purtroppo non potremo mai sapere. Ma certo, buttare lì quella frasetta, anche se forse nell'economia della fiction serviva a evidenziare il buon rapporto tra giudice e ministro, non è stata un'ottima idea. A prescindere dal contesto e dalla validità delle persone da cui prende spunto questo post, il messaggio, più o meno, potrebbe essere inteso così: anche Falcone, monumento dell'integrità, ricorreva alla parolina buona del ministro. E allora giù a cascata, ognuno per ciò che può, cerchiamo le parole buone del presidente di regione, di quello della comunità montana, del sindaco, dell'assessore e dell'assistente dell'assessore. E poi, sempre più giù, sdraiamoci sul divano di un qualche potentino di turno che poi un posto in cui imbucarci si trova. Non è un pippone moralista. E' che parolina dopo parolina, a furia di imbucati che sorpassano i meritevoli, il buon funzionamento delle strutture rischia di diventare obiettivo secondario.

Chiatti

Wittgenstein condanna la canea sull'indulto a Chiatti. In parte ha ragione ma trascura alcuni aspetti della vicenda. Chiatti ha commesso due omicidi ai danni di bambini che scossero non poco l'opinione pubblica. Non solo. Ha detto lui stesso, Chiatti, cosa confermata da chi di queste cose se ne intende, che rimesso in libertà potrebbe compiere altre cose del genere. In un caso come questo si pone un problema: la giustizia non può avanzare come un treno in corsa e applicare le medesime norme ai casi più disparati con la stessa rigidità di un binario. A nessuno si augura una pena solo afflittiva, almeno per quanto mi riguarda. Ma è evidente che casi del genere necessitano di una cura particolare. Sostenere che l'indulto è cieco e valido erga omnes è una constatazione dello stato di cose, ma lasciarle così, le cose - in questo caso applicare lo sconto di pena a Chiatti così come a un "normale" condannato - aiuta ad assottigliare la fiducia già scarsa che fasce di popolazione nutrono nel sistema giustizia. La questione dei delitti e delle pene è ardua. Ma vale la pena che qualcuno ci si cimenti seriamente per evitare ulteriori corto circuiti tra sistema e opinione pubblica. E per evitare che chi rappresenta un serio pericolo sociale sia messo nelle condizioni migliori per non nuocere. L'orizzonte delle pene del resto, non può contemplare solo il carcere.
Wittgenstein

03 ottobre 2006

Vicini, troppo vicini

Prima l'accusa di vilipendio al tg2 per aver mandato in onda il rap di Prodi. Poi il meno tasse per tutti che ci fece già sognare. Il processo di assimilazione pare inesorabile.
Repubblica.it, Wittgenstein

Maniacale

Non vorrei apparire maniacale, ma siccome l'attacco alle due Torri ha sfigurato il mondo più di quanto non lo fosse già di suo, credo che la questione abbia una sua importanza. Ieri, e non l'avevo postata appunto per non apparire maniacale, era apparsa la risposta di Condoleeza Rice alle rivelazioni fatte da Woodward nel suo libro appena uscito "State of denial" secondo cui il direttore della Cia dei tempi, George Tenet, in un incontro del 10 luglio 2001 l'aveva avvertita di un pericolo grave e imminente di un attacco di Al Qaeda. "Non ricordo", aveva risposto l'altro giorno la Rice. A ventiquattr'ore di distanza da quella risposta leggo questa cosa qui. Di qua la ricostruzione in italiano della vicenda.
Ravennainforma.it, New York Times

02 ottobre 2006

Deep America

"Mr. Warner, a Pentecostal Christian, believes in miracles. He believes in speaking in tongues. He believes that abortion is taking a life and that gay marriage is an abomination. So he voted Republican".
Quando uno pensa agli Stati uniti la mente va a New York, Los Angeles e via metropolando. Mai, o quasi mai, al paese profondo, quello di chi vive nel bel mezzo di un continente dalle distanze elevatissime, vede e sospetta assai poco di cosa succeda nel resto del pianeta ma quando va a votare lo fa, in maniera del tutto indipendente dalla sua volontà, anche per gli altri che subiranno le conseguenze delle politiche della più grande potenza del pianeta. Ne ragionavo con un'amica qualche sera fa. Oggi mi è capitato di leggere questa cosa qui.
New York Times

01 ottobre 2006

Scontro di civiltà

I casi della vita
Macchianera

Reality show

Prova tv per scoprire il marito infedele
Ha usato la prova televisiva per sorprendere il marito infedele in fuorigioco con l'amante. Munita di telecamera, una moglie sospettosa (e a quanto pare tradita) ha fatto irruzione nel bel mezzo dell'incontro clandestino tra il proprio coniuge e l'amica. (...) La coppia clandestina si era data appuntamento in gran segreto. Ma la moglie tradita - dimostrando uno spiccato spirito investigativo - ha seguito la scia del marito. E per documentare il tradimento si è portata dietro persino la telecamera. (...)
Corriere di Arezzo, 30/09/06, pagina 11


30 settembre 2006

Global

News from the world.
Bbc

Orizzonti musicali

Wittgenstein ha ragione da vendere.
Wittgenstein

Google generation

"What's the use of online shopping if you're permanently in the red?".
I riflettori del Guardian sulla Google-generation: molte opportunità, poche possibilità, tanta precarietà, quasi zero fiducia nella possibilità della politica di cambiare le cose e un interessante gioco delle generazioni.

Guardian