Se non con ammirazione o invidia, guardo con curiosità tutti quelli che di fronte al video che avete fatto circolare su internet del ragazzo down che avete calpestato a scuola, si lambiccano il cervello a cercare per voi questa o quella punizione. Perché, a meno che non ci si faccia dominare solo da un desiderio di vendetta con retrogusto pedagogico, e quindi la punizione assuma una natura solo esemplare, cioè sia rivolta al pubblico che assiste e non a voi, non vedo a cosa possiate essere condannati. Ammiro o invidio, insomma, il fatto che chi si cimenta nel cercare punizioni per voi intraveda un cammino di espiazione-recupero-riabilitazione che io - e me ne dolgo davvero poiché credo sia un limite - al momento non riesco a scorgere. Perché penso che se siete arrivati così a 15-16 anni - e siete in buona compagnia, solo che non tutti sono al tempo stesso così risoluti da arrivare ai vostri livelli e ingenui da pubblicare il video delle loro porcate su internet - non è solo questione di immaturità: avete dentro un germe di indifferenza alla sofferenza e al disagio ad altissima impermeabilità che vi porta a sentire la diversità come una colpa e ad agire di conseguenza. E' un germe la cui fecondazione non è avvenuta in vitro ma nel laboratorio che rappresentano tante onorate famiglie come le vostre, con padri e madri rigorosamente eterosessuali e fondate sul sacro vincolo del matrimonio religioso. Un germe che è maturato in un teatro sociale in cui avete imparato che la prepotenza paga. Così come l'hanno imparato gli altri, quelli che si trovavano con voi accidentalmente e che fingevano di non vedere, di sicuro non approvando ma neanche intervenendo, un po' per codardia - impauriti dal vostro incedere, ché fare la fine del down vilipeso non piace a nessuno - un po' perché l'omertà è un valore non solo alle basse latitudini. Ecco, io non saprei come trattarvi: non arrivo alla cattiveria di concepire una punizione solo afflittiva e al tempo stesso il vicolo della vostra riabilitazione mi sembra cieco. Credo che se dipendesse da me sareste abbandonati a voi stessi.
Per fortuna, vostra e mia, le persone di cui siamo contornati non sono tutte né tutte miopi e impotenti come me né col cuore ibernato come voi. Per questo sono grato a chi se la sentirà di impegnarsi per aiutarvi nel duro percorso di fisioterapia cerebrale che vi toccherà affrontare.
14 novembre 2006
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1 commento:
in ritardo, ma sottoscrivo in pieno. con un certo disagio perchè vivo in mezzo alle spore che la deteriorizzazione di un certo ambiente possono far cangiare in funghi maligni.
questi sì, forse, da calpestare.
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