22 novembre 2006

Normali?

Stavo per scrivere un post in cui mettevo in dubbio l'apocalittica tesi di Domenico Starnone oggi in prima pagina sul manifesto, secondo cui "tutte le manifestazioni che definiamo deviate sono la norma" e che "una deviazione è caso mai chi fa la cosa giusta, la poca gente che continua a battersi ogni giorno in situazioni difficili, anche a rischio della pelle". Stavo per scrivere che di gente che fa onestamente le sue cose e tenta di mettere dritte le cose che stanno storte ce n'è più di quanto si sospetti; che a volte sì, si soccombe ma per necessità, perché non ci si può immolare ogni volta che si nota qualcosa che non va e in alcuni casi conviene risparmiare energie per farle confluire nelle cause che hai più possibilità di vincere; che insomma, il mondo pur in mezzo a tanta altra robaccia, conserva anche cose decenti. Poi l'occhio mi è andato qui, dove ho scoperto che il fare compere è diventata un'ossessione per una sempre maggiore fetta di popolazione. E ho pensato che sì, forse - solo forse, per carità: rifuggo sempre più dalle certezze - Starnone e il titolista del manifesto hanno più di qualche ragione a sostenere che la nostra è una società fondata su una "normale devianza".
il manifesto, Repubblica.it

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