27 giugno 2006

Il giorno dopo

Ci si potrebbe soffermare sulla reazione di Speroni o sullo scenario post elettorale disegnato da Berlusconi. Ma quello che colpisce di più è la consapevolezza dell'elettorato che dopo dieci anni è tornato a superare quota 50% a un referendum. Quaranta gradi, spiagge e città d'arte piene la domenica, mondiali incombenti e catalizzanti attenzione. E poi le mille retoriche sul qualunquismo italiota, sulla Costituzione ormai lacera e lontana dai cittadini eccetera. C'erano tutti gli ingredienti per un flop. E invece svariati milioni di italiani sono andati a votare - Sì o No ai fini del discorso poco importa - su quella che evidentemente viene percepita, nonostante tutto, la legge fondamentale per la convivenza in questo pezzo di mondo.

24 giugno 2006

Coglione
E anche un po' indegno
Vado a votare anche stavolta

22 giugno 2006

Libridine # 1

Pedro Juan Gutierrez


Cari ragazzi questo è il primo appuntamento, come da tempo vi sproloquiavo, per mettervi al corrente dei libri che più mi sembrano meritevoli d’attenzione tra i millanta che la mia tossicodipendenza da lettura mi impone.
Dovendo dare un titolo giornalistico come Fabrizio mi consiglierebbe direi BUKOWSKI SI E’ REINCARNATO A CUBA.
Beh, si, questo Gutierrez è cubano fino al midollo e se le sue saghe scoperecce e alcoliche lo fanno somigliare incredibilmente al vecchio sporcaccione californiano c’è da dire che la materia viene trattata con piglio assolutamente personale e con un pizzico di sapore latino in più.
Poi, siamo d’accordo, le femministe bolleranno il povero Pedro Juan (tra l’altro anche lui si racconta in prima persona come il vecchio Chinaski) di maschilismo ad oltranza, misoginia e quant’altro…..
Il libro di cui propongo la lettura si intitola ANIMAL TROPICAL ed è forse quello più autobiografico, poiché riprende le vicende vissute dall’autore in un viaggio in Scandinavia dove ha la possibilità di paragonare la differenza tra la “caliente” Avana e l’immobile Stoccolma.
Il confronto tra i due mondi è lacerato dalla prorompente vitalità di Pedro Juan che destabilizza le sicurezze di Agnes, professoressa universitaria affascinata dall’animalità tropicale del suo ospite che, nel gelo svedese, anela di rivedere la sua “jinetera”(in cubano le ragazze che si prostituiscono).
Il bello di Gutierrez, come avrete capito, è tutto nei dialoghi, di una secchezza micidiale infarcita di espressioni vernacolari che sicuramente hanno messo a dura prova il traduttore (tra l’altro d’eccezione, Pino Cacucci, grande esperto italiano di letteratura latinoamericana ).
Spiegare perché Gutierriez oggi è uno degli scrittori più importanti del mondo è un’impresa improba e contemporaneamente semplice.
E’ sicuramente difficile avvicinarsi al mondo cubano popolato da straccioni affamati, puttane disposte a tutto per un dollaro, ma la curiosità tipicamente occidentale ci può aiutare.
Quello di cui sono sicuro è che difficilmente incontrerete una prosa così diretta, smaccatamente sfacciata e autoironica, dove non c’è paura di vivere, ad onta di situazioni di fame reale e disperazione non solo interpretata ma sofferta interiormente.
Il paragone con Bukowski, infatti, muore sul nascere leggendo Pedro Juan, cioè, si scopa e si beve anche di più (anche se con ragazze giovani e non catorci, rum e non whisky ), ma è il “lifestyle” che cambia: con Buk siamo ancora in America, terra di opportunità per tutti, tranne per chi volontariamente non ne vuole approfittare come Chinaski, scazzato per professione.
La Cuba di Pedro Juan, invece, è terra di predoni affamati dove chi non si trasforma in truffatore, puttana (o l’equivalente maschile), trafficante di merci al mercato nero o altri mestieri simili è praticamente perduto.
L’unica salvezza, sembra dire Gutierrez, rimane il sesso, uno dei maggiori introiti del prodotto interno lordo cubano, ma anche uno dei simboli della liberazione a cui neanche Castro ha saputo far fronte.
Anche il nostro autore, tra l’altro , ha dovuto attraversare le forche caudine della pubblicazione in patria: se è vero che non si trovano appunti verso il regime cubano è anche chiaro che i continui riferimenti alle situazioni REALI della vita quotidiana erano sgraditi al lider maximo.
Solo dopo molti anni, e solo dopo l’affermazione internazionale è stato possibile leggere i libri di Gutierrez a Cuba.
Lui, Pedro Juan, non ha mai detto una parola in proposito.

In Italia per le Edizioni e/o sono inoltre consigliati:
- trilogia sporca dell’avana
- il re dell’avana
Alla prossima ragazzi.

Prima del diluvio

Non per fare i bastian contrari a prescindere, ma siamo proprio sicuri che sia un bene supremo che l'Italia di capitan Cannavaro e Ringhio Gattuso prosegua il cammino a Germania 2006? E' vero che i calciatori non sono parlamentari o esponenti di governo, ma in questo caso - loro e nostro malgrado - rappresentano in qualche modo l'Italia. Questa, tra l'altro, è la logica del ragionamento di chi ti guarda scandalizzato quando dici che non riesci a tifare per questa Italia. Cioè: ma dai, quanto sei pesante, ti metti a disquisire anche adesso? qui c'è di mezzo l'Italia, l'azzurro, il tricolore. Ecco, a parte la scarsa passione per il concetto di nazione, beh, se c'è di mezzo l'Italia, io a farmi rappresentare da gente così non ci riesco proprio. Non è solo una questione razionale di tifare contro (scusate l'autocitazione), è proprio mancanza di coinvolgimento.

Ancora una crisi


Nuvole nere al manifesto che sembra a rischio strangolamento da debiti. Chiedono una mano. Perché vale la pena dargliela lo spiegano bene loro.

20 giugno 2006

A proposito di autoproduzioni

Non c'è solo la musica, anche gli scrittori provano ad autoprodursi con l'appoggio di un manipolo di incauti librai. Autocircuito funziona più o meno così: tu scommetti su te stesso e ti produci il tuo bel libro, poi lo proponi al manipolo di librai che lo vagliano e, se del caso, decidono di promuoverlo all'interno del circuito delle circa 50 librerie che aderiscono al progetto.

Dio come siamo depressi!

Pur non avendo le competenze, a volte il naso aiuta. E riguardo il via libera dato dalla Emea, l'agenzia europea di valutazione dei farmaci, alla somministrazione del Prozac ai bambini con più di otto anni di età, non occorre grande olfatto per sentire una gran puzza di bruciato. Al di là del ricorso indiscriminato ai farmaci, che non sono necessariamente sintomo di progresso come in molti sembrano credere, pur da profano assoluto della materia uno si domanda: ma un consesso umano che oltre al già massiccio uso di antidepressivi che fanno gli adulti (qualsiasi farmacista vi conferma la tendenza) arriva a somministrarli anche ai bambini, non ha qualche domanda da porsi?
A proposito del Prozac ai bambini, qui c'è qualcosa per saperne di più

17 giugno 2006

Principesco

Qui e di qua, alcune perle emerse dalle intercettazioni di Vittorio Emanuele di Savoia.

15 giugno 2006

"Ronnie ha bisogno di un po' di riposo"

Ci risiamo, dopo Keith Richards che ha rischiato l'osso del collo cadendo da un albero, ora c'è Ron Wood in clinica per disintossicarsi dall'alcol. Questi continuano a sfondarsi come quando erano ventenni al massimo del tiro. Almeno però allora tiravano fuori dei capolavori.

Incapace

Dicono i periti che Anna Maria Franzoni era parzialmente incapace di intendere e di volere il giorno in cui Samuele fu ucciso. Perché, se fosse stata davvero lei ad ucciderlo, occorrerebbero dei periti per stabilire che una madre che ammazza un figlio in quel modo non rientra nei canoni della normalità? Ci sono dei delitti così raccapriccianti, e mi verrebbe da dire innaturali se non fosse comunque un pezzo di natura umana a provocarli, che per forza di cose ci dev'essere un qualche tipo di deviazione mentale alla base per commetterli. Non parlo delle questioni legate al processo e alla pena, per quelle ci vogliono i tecnici. E non a caso c'è una corte che per giudicare ha chiesto aiuto a dei periti. Penso alla gente che discute del caso Cogne e che si sente di sentenziare come se si stesse parlando della formazione della Nazionale (anche se pure per quella ci vuole cognizione di causa). Voglio dire: se pensi che sia stata lei ad ucciderlo, allora devi prendere atto che non puoi giudicare quella donna come fai con un delinquente comune, devi considerare la possibilità di deviazione mentale e tutto ciò che da questo consegue anche in termini di comminazione della pena. Ergastoli, pene di morte e via discorrendo mi sembra servano quasi da alibi per non affrontare l'enorme complessità delle zone d'ombra dell'umano, oltre a sbilanciare la pena solo verso il lato afflittivo della bilancia.
E dire che Beccaria scriveva nella seconda metà del Settecento. Era più di duecento anni fa e stava più avanti dei penalisti da bar di due secoli dopo.

14 giugno 2006

Contro il dinosaur rock

Al di là degli artisti contemporanei che cita, secondo me Luca Sofri qui dice cose in grandissima parte condivisibili.

Pirati

Nei primi tre mesi del 2006 ci sono stati 61 attacchi a imbarcazioni da parte di pirati. Praticamente uno ogni 36 ore. A me la notizia ha colpito parecchio, anche se apparentemente lontana da noi terricoli poiché il teatro della stragrande maggioranza degli attacchi è nelle acque del sud est asiatico e di alcune coste africane. Ma del resto, quando si parla di pirati, non si pensa a Salgari, alla Malesia, a Sandokan? Il punto è che che Salgari scrive il primo romanzo nel 1882: oggi siamo nel 2006 e sono passati 124 anni. Il fatto che mentre io scrivo e/o mentre voi leggerete queste righe, con altissima probabilità c'è, ci possa essere stato da qualche ora o ci sarà un attacco di pirati ai danni di qualche nave, m'ha fatto riflettere su come il mondo per certi aspetti cambia lentissimamente. L'Ottocento sembra un'era geologica fa: gli imperi coloniali, i vestiti lunghi delle donne e i baffoni degli uomini, il patriarcato e le carrozze coi cavalli sulle strade non asfaltate. Oggi minigonne ed emancipazioni, computer, autostrade e macchine velocissime ci illudono di aver staccato definitivamente il cordone ombelicale con la storia che sta appena dietro di noi. Invece no, ci sono ancora i pirati. Fenomeno che dovrebbe far almeno sospettare che resistono sotto chissà quali e quante forme tanti di quei retaggi di cui in pochissimi tra quelli presi a girare vorticosamente nel frullatore dei tempi impetuosamente veloci che ci siamo dati, avvertiamo la presenza.
Un esperimento: pensate a quante differenze vedete tra la vita che scorreva nel 1682, quando in Valtrompia viene fondata la fabbrica d'armi Beretta, e 124 anni dopo, nel 1806, quando Napoleone invade il Regno dei Borboni.

11 giugno 2006

Mondiali

Che spettacolo, stò assistendo alla partita Portogallo-Angola e mi sembra di vedere Inghilterra Argentina di qualche anno fà (colonia vs colonizzatore) purtroppo il resto delle partite le ho potute seguire poco, Voi che le seguite, come vi sembrano le squadre, dai risultati si direbbe che le teste di serie hanno avuto vita facile fin'ora (capace che il Ghana domani sera ce purga)

10 giugno 2006

Cambio

Non avete sbagliato blog eh !!! Ho solo rimodernato un pò il look...

08 giugno 2006

Comunità

Ieri mi è capitato di ascoltare su Radio 3 un'interessante puntata di Radio3 mondo in cui si è parlato di cohousing, che è un modo diverso da quelli in voga di progettare e vivere gli spazi, di relazionarsi e di organizzarsi la vita a partire dalla propria agenda. Al di là della suggestività dell'idea, l'ascolto mi ha indotto a riflettere su come la comunità, fatte salve cene con amici e conoscenti e poco altro, sia ormai un qualcosa di praticamente espunto dalla maggior parte delle vite quotidiane. Per questo mi sento di fare i complimenti a chi sperimenta forme di eterotopia, come le definisce Aldo Bonomi, e tiene viva la possibilità di alternative sane e praticabili.

Priorità

Non conosco se non in maniera superficiale la riforma costituzionale del centrodestra sottoposta al referendum. So, più o meno, che devolution si è tradotto in italiano con l'assegnazione alle singole regioni della potestà legislativa su materie come polizia, scuola e sanità e questo mi basta per votare "No" alla riforma per tutta una serie di ragioni che sarebbe lungo spiegare qui. Ma non è questo il punto. Quello che non mi convince è che da qualche anno a questa parte la modifica della Costituzione è diventata la priorità per quasi tutto quello che una volta veniva definito l'arco costituzionale. Al di là dell'attaccamento che uno può avere nei confronti di questa Costituzione, davvero si pensa che modificando la Carta fondamentale si possa cambiare l'Italia? Il capire che la ricerca è sviluppo; il coraggio di elevare l'ambiente da foglia di fico nei programmi elettorali a paradigma dell'azione politica; il pensare città, orari e servizi in cui e attraverso cui sia meno pesante vivere, spostarsi e crescere figli; il garantire a tutti un tetto, due pasti caldi e un'assistenza sanitaria che siano un punto di partenza per costruirsi un'esistenza libera almeno dall'umiliazione di non poter soddisfare neanche i bisogni materiali; il tentare di soddisfare anche bisogni immateriali sono obiettivi per cui è davvero necessario un cambio di Costituzione?