08 giugno 2006

Priorità

Non conosco se non in maniera superficiale la riforma costituzionale del centrodestra sottoposta al referendum. So, più o meno, che devolution si è tradotto in italiano con l'assegnazione alle singole regioni della potestà legislativa su materie come polizia, scuola e sanità e questo mi basta per votare "No" alla riforma per tutta una serie di ragioni che sarebbe lungo spiegare qui. Ma non è questo il punto. Quello che non mi convince è che da qualche anno a questa parte la modifica della Costituzione è diventata la priorità per quasi tutto quello che una volta veniva definito l'arco costituzionale. Al di là dell'attaccamento che uno può avere nei confronti di questa Costituzione, davvero si pensa che modificando la Carta fondamentale si possa cambiare l'Italia? Il capire che la ricerca è sviluppo; il coraggio di elevare l'ambiente da foglia di fico nei programmi elettorali a paradigma dell'azione politica; il pensare città, orari e servizi in cui e attraverso cui sia meno pesante vivere, spostarsi e crescere figli; il garantire a tutti un tetto, due pasti caldi e un'assistenza sanitaria che siano un punto di partenza per costruirsi un'esistenza libera almeno dall'umiliazione di non poter soddisfare neanche i bisogni materiali; il tentare di soddisfare anche bisogni immateriali sono obiettivi per cui è davvero necessario un cambio di Costituzione?

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