14 luglio 2006
Generazioni musicali
Questo forse lo capisce bene solo chi ha dai trentacinque in su. Vi ricordate i paninari e i dark, i duraniani e i freak, i metallari e le mille altre genie musicali o pseudotali che hanno costellato l'adolescenza di chi è nato tra i fine Sessanta e gli inizi Settanta? Bene, pare che oggi non esistano più. Voglio dire, ognuno ha le sue inclinazioni, i suoi gusti, le sue tendenze. Ma è più difficile trovare ventenni fossilizzati su un solo genere. C'è la musica, che è bella un po' tutta (a me ultimamente è capitato di rivalutare anche qualche pezzo dei Duran che disprezzavo tout court alcuni lustri fa). La generazione venuta dopo l'ha capito meglio di quella di chi oggi sta intorno ai quaranta. Così, finalmente, capita che si trovi sempre più spesso chi fa convivere nella sua discoteca personale Ludovico Einaudi e gli Africa Unite, i Sigur ros e i White Stripes, Capossela, Waits e Cave con la techno più spericolata. Sono stati abbattuti un bel po' di steccati, insomma. E questo non può che far piacere a chi si sentiva claustrofobicamente ristretto nella lotta tra moncler (si scrive così, vero?) e chiodi borchiati. Insomma, i giovani d'oggi (mi ero imposto di non usare questa locuzione lisa, ma m'è scappata lo stesso) mi paiono da questo punto di vista un po' più liberi di quanto lo eravamo noi trenta-quarantenni del Duemila alla loro età. Lo si vede anche dall'abbigliamento. Sì, ci saranno pure degli "stili", ma almeno sono sparite le divise. Sento già l'obiezione di qualcuno: "Più liberi nelle forme, più standardizzati nel pensiero". Forse. Ma anche su questo ci sarebbe da discutere. Chi si occupava di cosa succedeva fuori dal suo giardino di casa era un marziano qualche tempo fa. Oggi no. Anche questa è una piccola conquista.
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7 commenti:
Non ho grande esperienza sui "Giovani d'oggi" ma penso che questa rimozione di steccati, sia anche data dalla maturita acquisita negli anni, anche nella mia discoteca convivono Massive Attack e System of a down ma da ragazzo erigevo piu steccati io che un carpentiere!!! :)) Anzi mi dava un certo senso d'appartenenza!!! poi crescendo ho allargato i confini.
Eunstürzende Neubauten - Sabrina
Elliott Smith - Southern Belle
Rino Gaetano - E io ci sto
Piero Pelù - Velo
Francesco Guccini - L'avvelenata
Caparezza - Nessuna razza
Nick Cave - Into my arms
Elliott Smith - Everything means nothing to me
Interpol - Evil
Bob Dylan - All along the watchtower
Francesco Guccini - Stagioni
Nick Cave - Henry Lee
Piero Pelù - Aquilone
Iggy Pop - I'm sick of you
Bugo - Amore mio infinito
Elliott Smith - Twilight
Francesco Guccini - Cirano
Vinicio Capossela - Quando ti scrivo
Ecco, questo è l'ultimo cd che ho masterizzato, e credo tu abbia ragione, anche se, secondo me, il centro della questione non è tanto "i giovani d'oggi sono più liberi" quanto "i giovani degli anni ottanta erano strani".
Ciao.
La chiarezza è un pregio. Sì, i giovani degli Ottanta erano davvero strani. Ma l'analisi va fatta anche tenendo conto di un mondo che in vent'anni è cambiato parecchio.
Pur avendo scritto poco tempo fa un post vagamente (molto vagamente) sul tema (la musica degli anni '80, non i giovani), mi chiamo fuori dall'analisi. Il motivo è chiaro: quando gli anni '80 sono finiti io avevo solo 5 anni.
Posso solo dire che la musica degli anni '80, con l'eccezione dei gruppi dark e poca altra roba, aveva un brutto suono, soprattutto le tastiere.
(Stavo pensando, probabilmente, se fossi nato 15-20 anni prima, sarei stato un dark. Anzi, ad essere sincero lo sono stato, con più di un decennio di ritardo, però... a 15 anni se ne fanno di cose strane...)
Concordo sulle tastiere, anche se oggi le digerisco meno peggio. Di musica buona ce n'era negli '80, anche se era molto, ma davvero molto, sottotraccia. Mettiamola così, oggi anche se vivi in provincia è assai più facile suonare e ascoltare musica dal vivo che non sia liscio o il peggiore pop. L'approvvigionamento insomma, è più semplice e ascoltare Eunstürzende Neubauten e Nick Cave suona meno strano. Ecco, erano gli anni di Duran Duran e Spandau Ballet. E questo è il meno. E' che per ascoltare gli altri dovevi cercare con la lanterna.
Ho sempre pensato che in una canzone un'ingrediente fondamentale, oltre alla cretività dell'artista, sia lo strumento usato, mi spiego meglio.
Alla fine degli anni '50 Leo Fender inventa il basso elettrico che avrà un'importanza basilare sulla musica Rock a seguire, pensate solamente a suonare i Beatles con il contrabbasso.... per quanto si potesse amplificare (all'epoca solo con il microfono) non avrebbe mai avuto quella profondità e quel volume che aveva, persino nelle mani di McCartney :)
Poi viene Jim Marshall con il suo Amplificatore ed a Jimi Hendrix gli basta attaccare lo spinotto ed alzare il volume.
Gli anni 80 vedono la nascita dei sintetizzatori, tipo Yamaha dx7 o Roland d50, che certo non erano lo " state of the art" ma avevano quel suono, forse brutto in confronto a quello che si può ottenere adesso, ma comunque caratterizzante.
Ho sempre pensato che in una canzone un'ingrediente fondamentale, oltre alla cretività dell'artista, sia lo strumento usato, mi spiego meglio.
Alla fine degli anni '50 Leo Fender inventa il basso elettrico che avrà un'importanza basilare sulla musica Rock a seguire, pensate solamente a suonare i Beatles con il contrabbasso.... per quanto si potesse amplificare (all'epoca solo con il microfono) non avrebbe mai avuto quella profondità e quel volume che aveva, persino nelle mani di McCartney :)
Poi viene Jim Marshall con il suo Amplificatore ed a Jimi Hendrix gli basta attaccare lo spinotto ed alzare il volume.
Gli anni 80 vedono la nascita dei sintetizzatori, tipo Yamaha dx7 o Roland d50, che certo non erano lo " state of the art" ma avevano quel suono, forse brutto in confronto a quello che si può ottenere adesso, ma comunque caratterizzante.
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