24 ottobre 2006

Il rinculo della repressione

Un docente britannico, Frank Furedi, sul Guardian, prendendo spunto dalla piega repressiva delle linee guida adottate dal governo inglese per combattere l'islamismo radicale, porta argomentazioni per sostenere l'idea secondo cui le teorie islamiste radicali andrebbero combattute nella reciproca libertà di parola e di dibattito. Al di là della tesi, nel pezzo ci sono degli spunti che aiutano a capire un po' delle paure dell'Occidente e di quanto queste paure potrebbero risultare alla lunga dannose. Per esempio, tra le altre cose vi si sostiene che nei campus universitari in mezzo ai simpatizzanti di sinistra disillusi e ai disimpegnati, tra i più attivi nel guardare il mondo e nel farsene un'idea, per poi proporla, ci sono proprio gli attivisti dell'Islam radicale. Ancora, vi si legge che se a prevalere è la linea repressiva, il segnale che si dà è che si ha il timore che certi messaggi dell'Islam radicale possano risultare ai giovani universitari più appetibili di quelli della democrazia laica e secolare. Mi sembra che in fondo in fondo, il motivo dominante del pezzo sia l'invito a ritrovare un senso che l'Occidente, disilluso da un lato e attanagliato da fobie dall'altro, rischia di smarrire. Una perdita che, hai voglia a reprimere, porta a una sconfitta ineluttabile.
Guardian

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