Me ne sono accorto perchè ce n'è uno nella mia città.
Il fatto ancora più incredibile è che il posto era la sede di un bel locale in cui si tenevano concerti rock, jazz e punk che faceva da punto di riferimento per l'antagonismo cittadino.
Da un po di tempo nelle medesime mura si fanno convegni sulla figura del gerarca Pavolini, sulle rivisitazioni della strage di Bologna, su altre cose che il mio cervello ha preventivamente rimosso.
E poi anche musica, rigorosamente celtica (non certo quello dei Pogues).
Mi rifiuto di linkare la prova dell'esistenza sul web di tale org. e spero di essere creduto sulla parola.
Purtroppo è tutto vero.
Ma come è bella la città, direbbe Gaber.
2 commenti:
A Roma l'esperienza dei centri sociali di destra è piuttosto diffusa da tempo. Io francamente non mi stupisco più di tanto, pur considerandoli luoghi ai limiti dell'infrequentabilità nei quali infatti non sono mai entrato. Se esistono correnti, tendenze, conati di un certo tipo in una società non si possono eliminare per decreto. Occorre farci i conti sul campo, come si dice. Per quanto mi riguarda evitando il ricorso alla richiesta di cancellazione solo perché c'è una legge che vieta la ricostituzione ecc ecc...
non mi sognerei mai di invocare chiusure per decreto.
la presenza di questi luoghi, e qui siamo d'accordo, è un segno dei tempi.
e come tale va accettato, a costo di assumere dosi di antiacido per lo stomaco.
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