29 agosto 2006
La quarta di copertina
Non ci avevo mai riflettuto perché, con non poca presunzione, pensavo che la mia scelta fosse universalmente condivisa. Invece ho da poco scoperto che tra le tante divisioni tra gli umani c'è anche quella tra chi legge preventivamente la quarta di copertina e chi la evita accuratamente, almeno fino alla fine della lettura del romanzo. Per me vale la seconda. Di più. Non leggo neanche le trame dei film sul retro delle videocassette a noleggio. Accetto consigli, vivo di passaparola, ma evito accuratamente che chi mi consiglia qualcosa scenda nei particolari. Ho sempre pensato che sapere in anticipo, per esempio, che la Nanà di Zola "muore di vaiolo in hotel" o che in "Almost blue" c'è "Simone, ragazzo cieco", e Alessio, che vi risparmio quello che fa nel caso in cui non aveste ancora visto il film, mi infilerebbe in un binario precostruito da altri e toglierebbe un po' della magia del sogno che si fa quando ci si tuffa in letture e visioni. E poi c'è il rapporto di te, che leggi e vedi, con chi ha scritto. Forse in maniera un po' infantile e possessiva a me non piace che sia mediato da altri. L'opera d'arte, diceva qualcuno, una volta messa al mondo è di chi la fruisce. A me piace sorbirla in esclusiva. Poi ne parlo con gli altri. Solo dopo, però.
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1 commento:
Devo dare, almeno in gran parte, ragione a Blixa.
Un libro, un film, qualsiasi espressione artistica compresa la musica non possono essere "limitati" dalla conoscenza a priori dei loro prodromi.
Ma credo che Wizzo, nella sua parte di ragione , si riferisse alle insulse quarte di copertina di immondi libri che capita anche a me di leggere.
Poi fondamentalmente, rispetto a loro, io vado molto a occhio e non nego di essere un bieco conservatore. Nella musica (soprattutto), nel Cinema (un pò di meno)e nella letteratura (lì sono onnivoro tranne gli harmony e i gialli).
Tra l'altro se vi piace Zola non potete fare a meno di conoscere la scrittura di Welsh (e non solo Trainspotting).
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