15 giugno 2006

Incapace

Dicono i periti che Anna Maria Franzoni era parzialmente incapace di intendere e di volere il giorno in cui Samuele fu ucciso. Perché, se fosse stata davvero lei ad ucciderlo, occorrerebbero dei periti per stabilire che una madre che ammazza un figlio in quel modo non rientra nei canoni della normalità? Ci sono dei delitti così raccapriccianti, e mi verrebbe da dire innaturali se non fosse comunque un pezzo di natura umana a provocarli, che per forza di cose ci dev'essere un qualche tipo di deviazione mentale alla base per commetterli. Non parlo delle questioni legate al processo e alla pena, per quelle ci vogliono i tecnici. E non a caso c'è una corte che per giudicare ha chiesto aiuto a dei periti. Penso alla gente che discute del caso Cogne e che si sente di sentenziare come se si stesse parlando della formazione della Nazionale (anche se pure per quella ci vuole cognizione di causa). Voglio dire: se pensi che sia stata lei ad ucciderlo, allora devi prendere atto che non puoi giudicare quella donna come fai con un delinquente comune, devi considerare la possibilità di deviazione mentale e tutto ciò che da questo consegue anche in termini di comminazione della pena. Ergastoli, pene di morte e via discorrendo mi sembra servano quasi da alibi per non affrontare l'enorme complessità delle zone d'ombra dell'umano, oltre a sbilanciare la pena solo verso il lato afflittivo della bilancia.
E dire che Beccaria scriveva nella seconda metà del Settecento. Era più di duecento anni fa e stava più avanti dei penalisti da bar di due secoli dopo.

1 commento:

Nirva ha detto...

Io sono sempre stato sicuro della colpevolezza della Franzoni (del resto i fatti lo testimoniano, nonostante Taormina) ma secondo me la sentenza più pesante gliela darà il Padreterno, quando gli ridarà quel barlume di ragione e lucidità che gli farà ricordare tutto.