Torno a farlo dopo la lettura, difficoltosa ma necessaria, del suo libro recentemente edito da Mondadori, “Reduce”.
Riepilogo per grandi linee la vicenda umana e musicale del nostro: dopo la militanza nel gruppo punk più o meno ironicamente filosovietico (CCCP) e quella nel gruppo della “Linea gotica”, dove si parlava di Resistenza e di Comandante Diavolo (C.S.I.) Ferretti, non prima di aver superato una brutta serie di malanni tra cui l’asportazione di un tumore, fonda i P.R.G. (Per Grazia Ricevuta).
In mezzo, due grandi perdite che si rifletteranno sui cambiamenti a venire: la morte del padre e la fine dell’amicizia con Zamboni, chitarrista e socio di sempre.
E la decisione di ritirarsi con la madre nell’antico casolare di famiglia a Cerreto Alpi, meno di cento anime nell’Appennino emiliano.
Da lì quella che altri potrebbero interpretare come una sorta di parabola del figliol prodigo: l’avvicinamento e l’adesione totale alla fede cattolica e in particolare alla dottrina teologica e sociale di Ratzinger, ben prima che diventasse Papa.
La dichiarazione, nel 2005, di contrarietà alla fecondazione assistita.
E la dichiarazione di voto per il centrodestra, cosa che ha spiazzato i più, me compreso.
Le conversioni dell’ultima ora non sempre mi convincono, anche se non sono un paladino della coerenza a tutti i costi: rimanere fedeli a se stessi e ai propri ideali mi pare anzi a volte sintomo di ottusità e in certi casi di integralismo.
E adesso questo libro. Forse, mi dico prima di acquistarlo, mi potrà chiarire le idee.
La copertina ce lo restituisce con un’aurea quasi zen, da guru della montagna.
Il testo è una sorta di autobiografia che intreccia i momenti fondamentali della vita del protagonista con i luoghi da lui visitati.
L’infanzia cattolica, il rapimento per il 68, il 77, l’incontro con Zamboni.
E poi i viaggi (Berlino, Lisbona, la Mongolia, la Jugoslavia….) che sono occasione di riflessioni e considerazioni.
Partito dal suo paesino Ferretti ci si ritrova molti anni dopo, a governare i cavalli, a studiare Ratzinger, a collezionare canti sacri.
Per quanto riguarda la sua conversione politica ci fa sapere di aver solo ora la coscienza dei morti generati dal comunismo “questa pestilenza dell’anima che si è rubato i figli migliori”.
Insomma com’è questo libro?
È un libro che palpita di una fede vibrante, di un cattolicesimo assoluto che a volte sconfina nel dogmatismo, ma è anche un libro coraggioso, scritto da una persona autentica che ha preferito una via scomoda e contraddittoria alle facili lusinghe dei percorsi lineari.
Molti, me compreso, non si trovano d’accordo con quello che dice, ma per una volta ho ascoltato attentamente parole sulla fede e sulla teologia della fede.
Non mi ha cambiato le idee, ma mi ha arricchito in un certo modo.
1 commento:
Secondo me, quello di Ferretti è un percorso che fatti tutti i dovuti paragoni del caso, facciamo anche noi, nel senso che crescendo ( o invecchiando) tanti "spigoli" si ammorbidiscono, i figli, il lavoro, sono tutte motivazioni che consciamente o inconsciamente ci portano a riconsiderare tutte le nostre teorie sulla religione e sulla politica. Prima che sveniate, vi racconto un piccolo aneddoto :)
Alla fine di quest'estate, ho segnato il figlio piu grande ai Boy Scout, anche con una certa mia convinzione, nella speranza che il bambino socializzi con altri bambini della sua età oltre ai compagni di scuola. Ho trovato da subito un bell'ambiente, portato avanti da ragazzi volenterosi, Leonardo si è subito trovato bene, e tutt'ora frequenta.... ma succede che io da mangiapreti che ero, adesso lo accompagno tutte le Domeniche prima in chiesa!!! e poi giustamente dagli scout ( Parrocchia e scout praticamente sono due edifici attaccati)
Insomma spesso mi ritrovo a messa, senza sapere bene il perchè, e tutto sommato neanche mi dispiace....... Aiutateme!!! :)))
Certo da qui a votare AN o FI ce ne vuole, anzi se qualche volte mi dovesse scappare, vi autorizzo a togliermi il saluto :))
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