Ma il discorso sarebbe troppo lungo.
31 dicembre 2006
Non è giusto
Ma il discorso sarebbe troppo lungo.
27 dicembre 2006
Più conformisti dei conformisti
Quasi in bianco e nero
A me piace il punk
24 dicembre 2006
Era meglio Adam
A parte il fatto che il nostro Vox (così compare il suo surname) è Irlandese di Dublino e cattolico, speriamo se non altro che abbia visitato e impuzzolentito i bagni di Buckingham Palace così come fece un certo John Lennon.
Però lì il pass andava dato ad Adam Clayton.
22 dicembre 2006
Almeno lì
Spero possa adesso riposare in pace, come desiderava.
E non come altri avrebbero voluto disporre diversamente.
Almeno lì lasciateci soli, cazzo.
DO IT !
Lo dicevamo in vari post di qualche tempo fa e anche oggi posso dimostrare questo assunto.
Le notizie viaggiano meglio nelle onde medie e una certa parte dell’etere non sembra interessarsi di altro che del colore delle mutande di Prodi o del blazer di Berlusconi.
Invece ecco: un nutrito coacervo di sessantenni che facevano parte dei gruppi americani più influenti degli anni sessanta, o almeno chi ne è rimasto vivo (Santana, Doors, Grateful Dead tra i tanti) hanno deciso di comune accordo di fare causa ad un sito (non ce l’ho sotto mano per fare il link) che vendeva gadget storici del tempo.
Cioè, in altre parole, biglietti dei concerti, autografi su copie di dischi originali, resti di acido che si dice fosse di Jerry Garcia, bottiglie di Southern Comfort svuotate da Janis Joplin e cappelli appartenuti a Jim Morrison.
Il tutto proveniente dalla collezione personale di Bill Graham, storico manager e organizzatore di concerti morto qualche anno fa.
Che, tra l’altro, non si chiamava neanche così, ma Wolfgang Qualchecosa e da buon ebreo tedesco aveva pensato bene di cambiare nome.
I suddetti superstiti reclamano a gran voce che vengano applicati i diritti d’autore anche su questi beni che stupidamente hanno lasciato incustoditi.
Ma, si sa, all’epoca erano distratti.
Ora, una volta tanto, all’informazione di questa notizia penso non sia necessaria un’opinione.
È già bellissima così.
21 dicembre 2006
Adesso ...diche una poesia
Il rigido s'affloscia,
L'austero si sganascia,
S'ingegna e si dimena
La bella in nero sera
Battute da chi humor
Non sa che cosa sia
E ronzan come mosche
Nei pressi del mazziere
In prenotate schiere
E' Natale,
C'è la cena aziendale
20 dicembre 2006
La tentazione della conversione
Può succedere che un’icona del punk rock anni 80 che cantava “spara yuri spara” (dove lo yuri era Andropov) adesso duetti con ben altri suonatori.
Parlo di Giovanni Lindo Ferretti, già voce dei CCCP, CSI, PRG, che oggi dichiara la sua duplice conversione al cattolicesimo e al berlusconismo.
E lo fa dal pulpito di Ferrara che, raggiante, lo elegge a musa dei Teocon.
Si sa, il buon Lindo aveva giocato spesso con la religione, ma alla fine chi scherza con il fuoco finisce per scottarsi.
Il nostro, che mai aveva avuto contatti con cresime, comunioni ed encicliche in gioventù, nella maturità scopre che “l’ora della tentazione” è arrivata.
Non per fare il solito conservatore, ma chi come me si è sciroppato una bella infanzia cattolica si è anche fortunatamente vaccinato da crisi mistiche presenili.
Sic transit punk mundi.
19 dicembre 2006
Linux-ibidine #1
Linux quindi é un sistema operativo come Windows o Apple con i suoi applicativi per l'ufficio, la grafica, internet (molte distribuzioni usano firefox come browser predefinito e thunderbird come client di posta elettronica) le applicazioni multimediali ed anche i giochi, e tutto questo si può avere GRATIS, si avete capito bene ad uso e consumo gratuito!! Questo perché Linux é sviluppato e programmato tramite Unix che é un sistema senza copyright mentre Windows per esempio é sviluppato in Dos, che é proprietario di Bill Gates (come Windows del resto). Questo comporta l'accesso a tutti dei codici sorgente del sisteme operativo, modificandolo a piacimento e magari condividerlo con gli altri utenti.
Il motivo per cui nessuno abbia mai tentato di tirarci su qualche soldo con Linux, secondo me risale proprio nello spirito dell'utente e sopratutto dello sviluppatore "Linusiano", sviluppatori che con grossi sacrifici e tanta passione, riescono a sviluppare una "distribuzione" completa che ormai possono competere tranquillamente sia con windows che con Mac.
Distribuzione perche Linux non è un sistema unico, ma tante "distro" una diversa dall'altra, perché ogni sviluppatore ovviamente ci mette del suo, ma ne riparleremo al prossimo post.
18 dicembre 2006
La vita è una cosa meravigliosa
15 dicembre 2006
Aspettative
14 dicembre 2006
Basta lamentarsi
Vabbè, lo faccio. Io scrivo un pippone politico e chi si imbatte in questa pagina è libero di saltarlo a pie' pari, chiaro. Il fatto è che questo bersagliare il governo da destra e da sinistra nelle loro varie sfumature mi sorprende un po' e la reazione mi viene spontanea. Certo, a palazzo Chigi e dintorni non stanno facendo niente di fondamentale ma perché stupirsene? Ci avevano forse chiesto di votarli perché avrebbero allargato l'accesso agli asili nido senza chiedere in cambio cifre ai limiti dell'usura? O perché avrebbero agevolato in qualche modo l'acquisto della prima casa? O perché avrebbero investito massicciamente e prioritariamente in ricerca in modo da cogliere due obiettivi in uno: prevenire la fuga di cervelli e mettere il paese al passo coi tempi? O perché avrebbero intrapreso una rigorosa politica di incentivi e innovazione in trasporti, consumi ed energia in maniera da rendere più soffice l'impatto del nostro vivere quotidiano sull'ambiente? O perché, aldilà di generiche dichiarazioni di principio, avrebbero tentato con azioni sul campo di assottigliare la fetta di discriminazione quotidiana nei confronti delle donne (cosa peraltro assai difficile, che imporrebbe anche una funzione pedagogica che un governo può darsi solo in parte)? O, ancora, ci hanno forse esplicitamente chiesto il voto perché situazioni che spesso varcano il limite della violazione dei diritti dell'uomo come quelle in cui si trovano tanti immigrati venissero stanate e perseguiti i responsabili? No. Tutte queste cose e altre su cui non mi dilungo non ce le ha promesse nessuno. Sono frutto dell'immaginazione - certo, magari ispirata da questa o quella dichiarazione di chissà quale leader politico - di chi ha messo nell'urna schede con la croce sopra il logo di uno dei partiti dell'Unione. Loro, i leader che abbiamo votato e in particolare quello che era destinato a palazzo Chigi ci promettevano un giorno sì e l'altro pure moderazione, tranquillità e un po' di benessere in più. Ma soprattutto ci dicevano che ci avrebbero liberati da quelli che stavano al potere dopo aver vinto le elezioni promettendo la rivoluzione liberale e messo in piedi il governo dei privilegi e degli affari loro. E questo l'hanno fatto, grazie a noi che li abbiamo votati. Poi hanno tentato loro di mettere in piedi un governo e hanno cominciato a fare anche qualcosa di buono in campo di politica estera, di segnali di lotta all'evasione fiscale e di barlumi di aperture su precariato e donne. Ma non si può pretendere troppo. Sono fatti così e sono così impastoiati di politica di palazzo (anche molti di quelli che appaiono più movimentisti e "sociali") che, semplicemente, l'innovazione – tecnologica, sociale, organizzativa - spesso non rientra affatto nei loro orizzonti. Incalziamoli, tentiamo di spremere il meglio da loro. Ma non possiamo pretendere l'impossibile. Noi che peraltro ci si arrangia come si può e siamo per i diritti delle coppie di fatto ma non quelle gay, contro le raccomandazioni ma solo se riguardano i figli degli altri e contro l’evasione fiscale ma finché non abbiamo occasione di sperimentarla.
12 dicembre 2006
Cose che non ti spieghi
Repubblica
Retrospettive
Repubblica
Un po' d'ordine
Repubblica, Corriere
11 dicembre 2006
Maledetta vita, maledetta morte
In uno di questi sms si leggeva se ne vanno sempre i migliori, maledetta vita, maledetta morte, ciao Alberto!
10 dicembre 2006
Di lotta e di governo
Altrosud
07 dicembre 2006
Nomen omen
Ganasce telematiche
06 dicembre 2006
In ritardo
04 dicembre 2006
Non c'è più
il manifesto
Pre
Ma come è bella la città
Me ne sono accorto perchè ce n'è uno nella mia città.
02 dicembre 2006
Segni
Più che alle parole ho fatto caso all’abbigliamento del N.S. e in particolare a uno sbarazzino cappellino da baseball (rigorosamente azzurro).
Il N.S. non è nuovo a vestire questi panni: ricordo la bandana bianca con completo hippy in tinta e la felpa azzurra di molti comunicati televisivi.
Mi è venuta così in mente una considerazione semiologica molto elementare: uno che sta lì e che si veste così pubblicamente vuole dare dei segni ben precisi: sono uno come voi.
Peccato che il N.S. abbia ormai 70 anni. E non credo gradisca più di tanto bandane e altri ammennicoli.
Vuoi vedere che una parte significativa del consenso mediatico elettorale del N.S. è dovuto a questo?
Il vestito non fa il monaco, ma il monaco, con i vestiti giusti, fa immedesimare molti adepti.
E, restando ai segni, cosa vi ispirerebbe Prodi più che il gioviale salumiere sotto casa in giacca e cravatta?
Pubblicità progresso
OSPEDALE SENZA FUMO: FORSE SI PUO’.
Oltre che perfettamente condivisibile il volantino mi ha fatto venire in mente uno slogan simile, da appendere sui corridoi sterminati delle sedi delle varie organizzazioni tipo Nazioni Unite, Unicef, F.A.O., Banca Mondiale, Pentagono, 10 downing st., Eliseo, palazzo Chigi e oltre:
MONDO SENZA RELIGIONI: FORSE SI PUO’.
È chiaro che nutro maggiore ottimismo sulla riuscita della prima pubblicità, nonostante io continui a fumare imperterrito le mie venti sigarette giornaliere.
01 dicembre 2006
Hotel
Guardian
30 novembre 2006
Nessuno
Dopo aver constatato di essere così fuori ho provato una inedita sensazione che ha mescolato orgoglio e depressione.
29 novembre 2006
Attimi
Internet alla cinese
La Stampa, wittgenstein, Internazionale
Ci vediamo da Mario, prima o poi
Guardian
28 novembre 2006
L'evoluzione della specie
The Nation
Nuove frontiere
Musica e pubblicità
commercialbreaksandbeats.co.uk, Guardian
26 novembre 2006
Presidente
24 novembre 2006
Standing in the shower, thinking
scrittomisto.it
PS: Visto che sulla questione dell'uso indiscriminato dell'inglese ho scritto un post sarcastico, mi piace far conoscere a chi non lo sapesse che il titolo in inglese che sta qui sopra è la citazione di una canzone dei Jane's Addiction, la cui traduzione suona così: "Pensando sotto la doccia". L'ho utilizzata perché la riflessione di cui sopra mi è scappata proprio sotto la doccia.
Genio o sregolatezza
23 novembre 2006
Senza parole
Per quello che vale.
sì, ma le mie sono morbide
solo Vasco fuma le Lucky Strike
sì, ma lui fuma quelle dure, queste hanno il 10% di tabacco barley in più
Senza parole, direbbe quest'ultimo.
In onda
Spreadradiolive.com
22 novembre 2006
Vexata quaestio
Normali?
il manifesto, Repubblica.it
21 novembre 2006
Vicine lontananze
La Stampa, Guardian
20 novembre 2006
Abbigliamento
Agenda
sfgate.com
Due perle
Repubblica
19 novembre 2006
Intenzioni
17 novembre 2006
La demolizione di un mito
Guardian
16 novembre 2006
A proposito di liste
Non è niente, Information Leafblower
Dischi e dischi, canzoni e canzoni
Sopravvivere si può
Independent
14 novembre 2006
Do you remember Danimarca?
Repubblica.it
Miope e impotente
Per fortuna, vostra e mia, le persone di cui siamo contornati non sono tutte né tutte miopi e impotenti come me né col cuore ibernato come voi. Per questo sono grato a chi se la sentirà di impegnarsi per aiutarvi nel duro percorso di fisioterapia cerebrale che vi toccherà affrontare.
10 novembre 2006
La musica al tempo di internet
Detto questo, penso che il 17 prossimo comprerò il triplo del vecchio Tom, correrò a casa, lo scarterò, lo inserirò nel lettore e mi metterò ad ascoltarlo sul divano in compagnia di una bella birra ghiacciata. Forse nel frattempo qualcuno lo avrà scaricato dalla rete e ne avrà spezzettato le tracce mescolandole a quelle di chissà chi altro in una playlist. Il mondo gira. Di continuo.
Repubblica
09 novembre 2006
Libridine #4
Si sa che in Italia vendono libri solo gli analfabeti di successo ( Tralasciando Totti, la progenitura dei vari Zelig e programmi simili, i parenti di politici e starlette più o meno televisive, ex comici oggi intellettuali , ex intellettuali che oggi fanno ridere).
Ci si trova quindi interdetti di fronte ad autori che sono dei perfetti sconosciuti ma che posseggono una scrittura che ti colpisce con l’imprevedibilità di un vaso di fiori che vola inavvertitamente dal terrazzo sulla tua testa.
Niente prosa urlata per carità, né temi particolarmente alla moda, ma storie normali di gente normalissima, a volte forse pure noiosa, cioè senza niente da dire.
La provincia italiana è il teatro in cui si muovono attori ordinari in cui si riconosce una realtà immutabile e claustrofobica, che sembra parlare da sola sotto questo velo di nebbia.
Minimalismo? Epigone di Carver?
Daniele Boccardi è stato pubblicato dopo la sua morte avvenuta per suicidio nel 1993 dall’ editore a me più caro: Marcello Baraghini per Stampa Alternativa.
I testi gli erano stati inviati dal padre e lui, folgorato, ne fece immediatamente un libro.
Si chiama “Vite minime” ed è una raccolta di racconti lunghi e brevi, poesie e aforismi che danno un’idea della produzione dello scrittore toscano.
Chi è avvezzo a Carver può immergersi felice nel pathos dell’ “immobile aspettando che succeda
L’ irreparabile”, dove nulla succede ma tutto può accadere.
Sotto ci sono le storie minime vicine ad ognuno di noi: l’operatore di call center che viene truffato dalla società, la signora di facili costumi che svezza i giovani del quartiere, approcci tra una quarantenne e uno studentello, tra una professoressa e un altro studente.
Tutto finisce in un nulla di fatto. L’inerzia scrive la parola fine.
Questa è una lettura che, non so perché ma credo di essere nel giusto, consiglio a chi era adolescente negli anni ottanta e dintorni, e abbia convissuto con un certo senso di inadeguatezza rispetto a ciò che gli girava intorno.
Traslando il discorso al campo musicale verrebbe voglia di paragonare l’ambiente che scaturisce dalle parole di Boccardi a quelle degli Smiths: sembra esserci sotteso lo stesso climax di voglia di trasgressione e sentimenti di castrazione.
Daniele Boccardi è nato nel 1961 ed è morto nel 1993.
Non è certamente morto per la mancata accettazione di un libro.
08 novembre 2006
Belli e dannati
Guardian
07 novembre 2006
Oltre il velo
Macchianera
Qualcosa s'è mosso
Washington Post
06 novembre 2006
04 novembre 2006
Alle Poste
03 novembre 2006
Una noia mortale
Repubblica.it
L'altro lato
Independent
La guerra è finita
Guardian
Una volta erano le compilation
02 novembre 2006
Che giorno è, che anno è
01 novembre 2006
Guarda guarda
Macchianera, Unamanolavalaltra.it
31 ottobre 2006
Aiuto
Una questione speciale
Independent
Piccoli crimini
Guardian
29 ottobre 2006
Pragmatismo
Repubblica
27 ottobre 2006
Pipì
Repubblica.it
Standard
26 ottobre 2006
E' una questione di qualità
Kataweb
Stranezze
25 ottobre 2006
Intellettuali ante litteram
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
On. Deiana, On. Folena, On. Smeriglio – Al Ministro dell’interno – per sapere, premesso che:
La giunta comunale del Comune di Rieti ha deliberato di “…modificare la denominazione delle areee di circolazione del Terminillo, al fine di onorare degnamente la personalità che hanno contribuito allo sviluppo turistico della montagna di Roma…”;
in particolare, tra le modifiche decise, vi è quella di trasformare la denominazione di via dei Ginepri in “Via Alessandro Pavolini, intellettuale toscano”;
la delibera di giunta evita però di ricordare come Alessandro Pavolini, sia stato un fascista della prima ora, Ministro della Cultura Popolare (dal 31 ottobre del 1939), uno dei personaggi più influenti della RSI (dopo l’8 settembre 1943), segretario del Pfr (Partito fascista repubblicano), organizzatore e promotore del Manifesto di Verona, fondatore delle brigate nere e molto altro;
il Governo della Repubblica di Salò si è macchiato di terribili eccidi nei confronti della popolazione civile e dei partigiani che combattevano per la libertà, oltre a collaborare attivamente con l’occupante nazista;
la costituzione italiana ripudia ogni forma di violenza razzista e autoritaria e ogni violazione dei diritti dei popoli -;
quali informazioni abbia il Ministro e che giudizio dia della vicenda;
se ci siano e quali siano le disposizioni emanate dal Ministro ai Prefetti (e da questi agli uffici toponomastici dei comuni) relative alla toponomastica e i criteri ispiratori di essi;
se intende farsi promotore di un intervento presso il comune di Rieti al fine di chiarire gli aspetti di criticità della vicenda;
Roma 24/10/2006
On. Elettra Deiana
On. Pietro Folena
Se ne parla
Independent, New York Times
24 ottobre 2006
Il rinculo della repressione
Guardian
Bocca tua santa
il manifesto
23 ottobre 2006
Riformismo blatcherista
Un articolo di Oliver James sul Guardian che stronca il "blatcherismo" criticandolo per la bramosia di denaro che il modello predicato dal nuovo Labour avrebbe introdotto in Gran Bretagna. La tesi è che la bramosia di guadagni e il mancato raggiungimento di certi standard determinerebbe depressioni e malattie mentali di cui, si documenta, gli inglesi soffrono in misura doppia rispetto al resto degli europei, "meno influenzati dal modello americano". "Se Brown vuole avere una chance di vincere le prossime elezioni - dice James - dovrebbe proporre un manifesto che metta al bando il capitalismodell'uomochesifadasé e basarsi su un modello danese". Al di là del fatto che per quanto mi riguarda è eccessivamente semplificante l'idea che tutti i mali derivino da un'unica radice, il pezzo offre spunti interessanti e forse i "riformisti" di casa Italia potrebbero prendere nota del fatto che c'è qualcuno che critica Blair in casa sua perché dietro "il gran parlare di opportunità, scelte e libertà c'è un modello americanizzato e materialistico".
Guardian
Coincidenze
20 ottobre 2006
19 ottobre 2006
Benedetto pontefice
Repubblica.it
Non è solo questione di velo
New York Times
Professionisti antiproibizionisti
C'è qualcosa che non quadra, insomma. E' che "professionisti" è termine improprio. Un impiegato alle Poste non è un professionista? E un operaio in fabbrica? Un magazziniere? Un maestro? Un'addetto alle pulizie? Un cameriere? Un ricercatore universitario? Un addetto al marketing assunto con contratto a tempo determinato o a progetto? Non sono professionisti? Eppure non protestano. Dei professionisti - qui sta il punto - protesta solo quella parte che ha una quota di reddito che può rimanere invisibile al fisco la quale, si badi, non è assolutamente messa a repentaglio dalla finanziaria o dalle nuove aliquote irpef ma dalle intenzioni espresse quasi quotidianamente dalla maggioranza di stanare l'evasione fiscale. E' contro questa intenzione che i "professionisti" alzano le barricate. E' per mantenere un privilegio che consenta loro di rimanere tecnicamente dei fuorilegge. Forse sarebbe più corretto chiamarli antiproibizionisti dell'evasione fiscale. Ma si offenderebbero, ché antiproibizionismo sa di droga. E l'evasione fiscale? Cos'è l'evasione fiscale? Loro preferiscono dirsi liberali.
PS: su questa questione e dintorni c'è su Leonardo un post lucidamente cattivo.
18 ottobre 2006
Libere (?)
Quando finisce, spegnete la luce
Wittgenstein segnala un interessante pezzo sull'Observer: Nick Cave e altri discutono su cos'è la musica oggi tra iPod, nuovi consumi, case discografiche, pubblicità; di cosa ne è rimasto del suo potere di fare comunità, del rapporto con il resto della società e di tanto altro ancora. Discorsi in parte accennati anche da queste parti nei post e relativi commenti sulle generazioni musicali.
Wittgenstein, Observer
17 ottobre 2006
Ah, le tasse!
International Herald Tribune
L'ultima nota
New York Times, Non è niente
16 ottobre 2006
Succede anche questo
Kafka alle Poste
Internet? La globalizzazione? Il mondo interconnesso? Questi lavorano come cinquant'anni fa. Per fortuna ho ritrovato il bollettino che pensavo di aver smarrito.
15 ottobre 2006
Ho letto cose che voi umani...
Corriere dell'Umbria, 15/10/2006, pagina 4
Nell'ex chiesa della Misericordia la nursery dove nasce la cazzuola
Nazione Umbria, 15/10/2006, titolo a pagina 3
Legenda: a Perugia è cominciata Eurochocolate. Guarducci ne è l'inventore. La cazzuola è il logo scelto per l'edizione 2006 della manifestazione.
14 ottobre 2006
Per esempio
13 ottobre 2006
Una bella notizia
12 ottobre 2006
Il materiale
Una civiltà allo sbando
Le domande della vita
il manifesto
11 ottobre 2006
A proposito di ambiente
Privacy
Scusate se insisto
Guardian, Wittgenstein
Anno quinto
Concordo in pieno e mi permetto di aggiungere che il fatto che pii religiosi siano ferocemente contro una scuola religiosa (stiamo parlando di quella islamica di Milano, ma il caso ha valenza generale) e laici integerrimi che hanno fatto della scuola pubblica una bandiera scrivano in prima pagina per difenderla, la scuola religiosa (come è successo sul manifesto di oggi), è uno dei tanti sintomi dell'anno quinto. La battaglia del centrodestra contro la scuola islamica di Milano e contro qualsiasi cosa sospetta di fede islamica è deprecabile. Ma non si può non notare che in questo "scontro di civilità" settori della sinistra laica appaiono teneri con i musulmani come mai lo sono stati con i cattolici. E' l'anno quinto della desertificazione della ragione, appunto: le vulnerabilissime identità messe a soqquadro dai rivolgimenti si scontrano l'una contro l'altra come atomi incandescenti; le religioni diventano feticci ai quali ci si aggrappa per colmare vuoti e i laici non trovano di meglio che cedere al riflesso condizionato di prendere partito con gli avversari degli avversari di una vita.
il manifesto
10 ottobre 2006
09 ottobre 2006
Post skype
Camillo, MyBlueZebra.com
Inside Police
Kataweb
I politici parlino di immondizia
Guardian
La globalizzazione in casa
Poi ho incrociato gli occhi di mia figlia. E mi sono vergognato di quello che avevo pensato al punto D.
Altromercato, Commercio alternativo, Fair trade
Tu chiamale, se vuoi
08 ottobre 2006
07 ottobre 2006
Il nuovo che (è) avanza(to)
il manifesto
Com'è profondo il mare
Il resto qui.
Internazionale, Eleftherotypìa
Il disgusto che monta
La politica, quella nazionale ma anche internazionale comincia a interessarmi sempre meno.
Non so quando è iniziato il processo ma le conseguenze me le trovo qui davanti agli occhi: fino a qualche anno fa compravo il giornale ogni giorno, bevevo le news dei vari tg, mi ritenevo un politicante in pectore, almeno nei discorsi.
Oggi compro solo libri tascabili, bevo solo vino (e qualche volta Blob), e anche se sono consigliere comunale faccio discorsi da perfetto anarchico.
Il fatto è che ci vuole una grande volontà ad appassionarsi ai temi fondamentali della politica odierna:
- la guerra (soprattutto tra Islam e Occidente Cristiano): non basta condannarla tout court, la guerra è l’argomento che ha arrovellato i più grandi cervelli nello sforzo di giustificarla. Non serve che tutte le religioni, gli stati e le loro costituzioni abbiano scritto grosso COSI’ che è un errore. L’errore va reiterato. E la guerra, oltre che un vizio atavico dell’(in)umanità è sempre un buon affare, almeno per i soliti noti.
- Il sistema politico dell’alternanza maggioritaria italiana: una marmellata così indigesta non me l’aspettavo neanche dopo il C.A.F. Vedere Rutelli tubare con il Vaticano mi provoca conati di vomito, vedere Prodi dibattersi come un pesce nella rete dell’affaire Telekom mi ricorda che non ne sa niente di quello che gli gira intorno, scoprire che la Coop è il supermercato più costoso del circondario mi fa bestemmiare ma anche disertare, vedere Bertinotti placidamente assiso sulla terza poltrona dello stato mi convince della sua istituzionalizzazione e, last but not least, il Baffetto che guida la Farnesina come se fosse la sua cazzo di barca. Per tacer delle proposte medioevali Berlusconiane ( la prossima? La “decima”).
- La scuola, l’Università, la Ricerca: i miei genitori non mi perdoneranno mai di aver finito il mio corso di studi senza aver dato la tesi che certificherebbe la mia laurea. Io l’ho fatto di proposito, come rigurgito anarchico contro l’insipienza formativa dell’università italiana.
C’era poco da fare: avevo perso ogni interesse per la faccenda e non so se il mio è una sorta di record al contrario. D’altronde ho davanti agli occhi come funziona ai giorni nostri il sistema formativo italiano: nessun controllo di qualità sull’insegnamento, programmi centralizzati e imposti dall’alto, nessun aiuto a quegli insegnanti che vorrebbero migliorarsi e aggiornarsi.
- La televisione: ne abbiamo già parlato esprimendo la più ampia preferenza alla radio.
Ma non basta, almeno per la maggioranza silenziosa. Sarebbe necessario, come già in altri paesi più civili, creare un canale statale esclusivamente culturale (vedi il Giappone), poiché la penetrazione della carta stampata (con buona pace di Wizzo) è assolutamente trascurabile.
Si potrebbe continuare, ma preferisco fermarmi qua.
06 ottobre 2006
Radio
Wittgenstein
Che tocca fa' pe' campa'
Ps: piccolo risarcimento, mentre leggevo la notizia radio wittgenstein rullava una dietro l'altra "Purple haze" e "The Queen is dead".
El mundo.es, Wittgenstein
05 ottobre 2006
E' ancora ieri
Bbc
E' già domani
Bbc
Le mani nel piatto
Supermarket e industrie convenzionali all'attacco dei produttori di biologico per abbassare gli standard. Forse la cosa interessante non sta tanto nella citazione sopra ma in questa: "Supermarkets are putting pressure on organic food watchdogs to lower standards so they can fully exploit a billion-pound industry which is growing by 30% a year". Ma forse la notizia è un'altra ancora: il Guardian di oggi ci fa la prima pagina. In Italia, se va bene, una cosa del genere la trovi in una breve a fondo pagina, prima vengono Mastella, Di Pietro, Diliberto, Bossi, Fini....
Guardian
04 ottobre 2006
Qualcosa di buono
Ne parlo colpevolmente solo adesso che è finito ma a quanto pare gli organizzatori di Esterni non hanno avuto bisogno della pubblicità di un blog di periferia. Solo per dire che mi fa piacere per loro, che tenaci come pochi non si sono fatti inghiottire dalla palude che può attanagliarti in provincia, né sono fuggiti. Anzi. Hanno inventato un festival della creazione contemporanea che oltre ad essere qualitativamente di primo livello ha riscosso un ottimo successo. Osare si può e a volte si riesce.
Nuovi arrivi
C'è la possibilità di rinnovare il guardaroba musicale in vista dell'autunno, il 13 ottobre esce S-low dei Marlene Kuntz. Da quello che hanno proposto il primo maggio a Roma penso meriti l'acquisto a scatola chiusa (sono i pezzi storici suonati con la stessa intensità a una velocità da quarantenni: struggenti).
Myspace.com
E' la privatizzazione del trasporto, bellezza
Le condizioni delle strade delle città inglesi a venti anni dalla deregulation che ha aperto i trasporti pubblici ai privati. Il pezzo mostra perché anche per gestire traffico e trasporti servono cervelli, tecnica e pianificazione, quella buona.
Guardian.co
Una parola buona
Chiatti
Wittgenstein
03 ottobre 2006
Vicini, troppo vicini
Repubblica.it, Wittgenstein
Maniacale
Ravennainforma.it, New York Times
02 ottobre 2006
Deep America
Quando uno pensa agli Stati uniti la mente va a New York, Los Angeles e via metropolando. Mai, o quasi mai, al paese profondo, quello di chi vive nel bel mezzo di un continente dalle distanze elevatissime, vede e sospetta assai poco di cosa succeda nel resto del pianeta ma quando va a votare lo fa, in maniera del tutto indipendente dalla sua volontà, anche per gli altri che subiranno le conseguenze delle politiche della più grande potenza del pianeta. Ne ragionavo con un'amica qualche sera fa. Oggi mi è capitato di leggere questa cosa qui.
New York Times
01 ottobre 2006
Reality show
Ha usato la prova televisiva per sorprendere il marito infedele in fuorigioco con l'amante. Munita di telecamera, una moglie sospettosa (e a quanto pare tradita) ha fatto irruzione nel bel mezzo dell'incontro clandestino tra il proprio coniuge e l'amica. (...) La coppia clandestina si era data appuntamento in gran segreto. Ma la moglie tradita - dimostrando uno spiccato spirito investigativo - ha seguito la scia del marito. E per documentare il tradimento si è portata dietro persino la telecamera. (...)
Corriere di Arezzo, 30/09/06, pagina 11
30 settembre 2006
Google generation
"What's the use of online shopping if you're permanently in the red?".
I riflettori del Guardian sulla Google-generation: molte opportunità, poche possibilità, tanta precarietà, quasi zero fiducia nella possibilità della politica di cambiare le cose e un interessante gioco delle generazioni.
Guardian